Venezia – La pubblicazione fotografica “Liberiamo le Produzioni” racconta il lavoro all’interno degli istituti penitenziari del Veneto, evidenziandone il ruolo come strumento di reinserimento sociale ed economico. L’iniziativa è frutto della collaborazione tra l’Amministrazione Penitenziaria del Triveneto, la Regione Veneto e Unioncamere Veneto, con l’obiettivo di promuovere una filiera produttiva che valorizzi le attività svolte dai detenuti.
Il lavoro come strumento di reinserimento
Tra le attività svolte dai detenuti vi sono assemblaggi di minuterie metalliche, servizi di call center per il sistema sanitario, sartoria, lavanderia industriale e coltivazioni agricole. La pubblicazione mira a sensibilizzare le imprese sulla possibilità di utilizzare gli spazi non ancora impiegati all’interno delle strutture penitenziarie, stipulando convenzioni con le direzioni degli istituti.
Antonio Santocono, presidente di Unioncamere Veneto, ha dichiarato: “Promuovere un’economia inclusiva e sostenibile significa considerare il lavoro penitenziario come risorsa anche per le imprese”. Questo approccio si collega alla Legge Smuraglia (n. 193 del 2000), che incentiva l’assunzione di detenuti attraverso sgravi fiscali e contributivi.
Benefici per la società
L’assessore regionale Roberto Marcato ha sottolineato l’impatto positivo del lavoro in carcere, evidenziando come “la detenzione, associata a percorsi di riabilitazione, riduca drasticamente la reiterazione dei reati”. Un dato confermato anche dal sottosegretario alla Giustizia Andrea Ostellari, che ha ribadito: “Il 98% dei detenuti che impara un mestiere non delinque più, contribuendo alla sicurezza e alla costruzione di una comunità futura inclusiva”.
Esperienze concrete
Durante la presentazione, esperti e rappresentanti del settore hanno illustrato casi pratici di successo. Tra questi, la cooperativa veneziana “Rio Terà dei Pensieri” e il progetto Panatè, attivo in Piemonte, che coinvolge detenuti nella produzione di prodotti da forno.
Il catalogo
La pubblicazione raccoglie dettagli sulle attività lavorative in corso nei nove istituti penitenziari veneti, proponendo nuovi spazi per ulteriori collaborazioni. Realizzato con il supporto della Regione Veneto e Unioncamere, il progetto punta a consolidare il legame tra il sistema produttivo e il mondo penitenziario.