Secondo un recente rapporto del centro studi di Unimpresa, gli italiani continuano a preferire il contante, prelevando dai bancomat una media di un miliardo di euro al giorno. Nel 2023, i prelievi dagli ATM hanno raggiunto i 360 miliardi di euro, con un incremento di 10 miliardi rispetto al 2022 e 18 miliardi in più rispetto al 2021.
Nonostante l’aumento dell’uso di pagamenti digitali come il contactless e le transazioni tramite POS, l’utilizzo del contante rimane predominante in Italia. La preferenza per il contante si spiega con una serie di motivazioni che vanno oltre la semplice abitudine. Da un lato, i pagamenti digitali offrono vantaggi come rapidità, sicurezza, libertà, comodità e trasparenza. Questi metodi potrebbero ridurre furti e rapine, facilitare la gestione dei pagamenti e contribuire a contrastare l’evasione fiscale.
Tuttavia, ci sono anche ragioni che spingono molti italiani a preferire ancora l’uso del contante. Tra queste, vi è una persistente mancanza di fiducia nelle transazioni digitali, dovuta al rischio di frodi informatiche e alla percezione di una limitazione della privacy. Inoltre, il contante permette una maggiore consapevolezza delle spese e non impone limiti di spesa, offrendo una minore tracciabilità; senza contare dell’assenza delle spese di commissione che influiscono sulla scelta del pagamento. Situazioni come blackout della rete o guasti agli ATM, che impediscono l’accesso al proprio denaro, rafforzano ulteriormente questa preferenza.
L’Italia si colloca all’ultimo posto nell’area euro per l’uso di strumenti di pagamento diversi dal contante, con una media di 200 transazioni annue per cittadino, contro una media europea di 370 operazioni.