Presentati in Camera di Commercio a Padova i risultati dell’indagine di Unioncamere del Veneto nel terzo trimestre 2023, evidenziando una tendenza al ribasso nella produzione industriale e una raccolta ordini che mostra segni di debolezza.

Padova, 14 novembre 2023 | L’indagine VenetoCongiuntura, presentata oggi presso la Camera di Commercio a Padova, rivela una riduzione della produzione industriale nel terzo trimestre del 2023. Secondo i dati destagionalizzati, si registra una variazione congiunturale del +0,4%, con una diminuzione tendenziale del -2,7%. L’analisi, condotta su un campione di oltre 2.000 imprese con almeno 10 addetti, rappresenta un’occupazione complessiva di oltre 93.000 addetti.

Il presidente di Unioncamere del Veneto, Pozza, ha dichiarato: “Prevediamo un quarto trimestre con incertezze legate agli scenari geoeconomici. Nonostante ciò, siamo impegnati nell’investimento continuo sulle tecnologie digitali a sostegno della business intelligence, cercando di gestire la complessità del contesto attuale.”

La fotografia economica attuale riflette un rallentamento su base tendenziale, attribuibile in parte al contro-rimbalzo rispetto al 2022. Tuttavia, rispetto al secondo trimestre dell’anno, l’attività manifatturiera mostra una tenuta dell’indicatore, evidenziando una dinamica più stabile.

La raccolta ordini, anch’essa esaminata nell’indagine, presenta segni di debolezza, sottolineando ulteriormente le sfide che il settore industriale della regione sta affrontando. L’incertezza delle prospettive economiche globali potrebbe influire sulle prospettive a breve termine delle imprese, richiedendo strategie aziendali mirate a navigare nel contesto complesso.

Anche nel terzo trimestre 2023 prosegue il rallentamento dell’industria manifatturiera veneta – commenta il Presidente di Unioncamere del Veneto Mario Pozza. Siamo di fronte a un trimestre negativo sia per produzione e fatturato che per raccolta nuovi ordini. Anche se alcuni indicatori, come la tenuta sostanziale del portafoglio ordini e le previsioni per la chiusura d’anno più all’insegna dell’incertezza che del pessimismo, emerge un quadro ancora riconducibile ad uno scenario di “normalizzazione” del ciclo economico, dopo due anni concitati di ripartenza post-pandemia, di settori sostenuti da politiche fiscali espansive, di funzionamenti anomali delle catene del valore anche a causa degli eventi bellici e dei rincari energetici. Certamente questa “normalizzazione” risente di ulteriori fattori di perturbazione – vedi il conflitto fra Gaza e Israele – con effetti asimmetrici fra settori. Continuano a soffrire di più quelli legati ai beni di consumo (sui quali impatta l’inflazione) rispetto ai beni d’investimento che, nonostante il perdurare dei tassi d’interesse alti, si avvantaggiano anche di una maggiore apertura internazionale, e dunque di una maggiore diversificazione del rischio mercati. Nonostante tutto, il settore dei macchinari industriali presenta produzione e raccolta ordini in territorio positivo su base annua, sebbene non sfugga anch’esso a flessioni sul piano congiunturale, rispetto al trimestre precedente.

È una situazione che preoccupa e che non si registra soltanto in Italia, ma che ho potuto ascoltare ed averne testimonianza nelle conversazioni degli incontri istituzionali, in occasione delle mie missioni all’estero a Chicago e New York. L’invito che rivolgo alle imprese è di andare oltre il nostro mercato europeo, che ormai si delinea quale mercato domestico, e oltre a quelli già consolidati, come gli Stati Uniti, che pur offrono ancora tante opportunità e cercare altri mercati. Può essere, infatti, di rilevanza strategica commerciale, considerare Paesi come l’Australia,l’India, l’America Latina, la Cina. Sono mercati con acquirenti che possono spendere. Il Made in Italy, infatti, si rivolge ad un target di alta gamma, ed è proprio questo target da intercettare. Ogni mercato – evidenzia il Presidente Pozza- deve essere affrontato con assoluta preparazione e cognizione di causa per ridurre il rischio di impresa. Il Sistema camerale c’è con Venicepromex e con le Camere di Commercio Italiane all’estero per accompagnare il Made in Italy nel mondo.

Le previsioni per il quarto trimestre sono all’insegna dell’incertezza: le imprese non vedono “nero”, ma non hanno visibilità sul futuro, gli scenari geoeconomici sono molto complicati e ne risente la programmazione industriale. Anche per affrontare questi scenari avversi le imprese manifatturiere venete hanno continuano ad investire in alcune frontiere tecnologiche legate alla digitalizzazione. Sono infatti molto interessanti, i risultati emersi da una ricerca, co-progettata tra Centro Studi Unioncamere Veneto e Università Ca’ Foscari di Venezia, che periodicamente va a verificare lo stato di adozione delle tecnologie digitali nelle imprese venete. Se nel 2017 solo 1/3 delle imprese manifatturiere venete adottava tecnologie 4.0, oggi siamo passati a 2 imprese su 3. Non solo: cinque anni fa solo il 15% delle imprese optava per un mix complesso di tecnologie digitali, oggi siamo saliti a quasi il 50% che investono in automazione dei processi e business intelligence: strumenti che permettono di decidere nell’incertezza.

La distribuzione media dei giudizi della produzione rimane invariata rispetto al trimestre precedente: le imprese interessate da un aumento della produzione sono il 47% del campione mentre sono il 38% le imprese che dichiarano una diminuzione. Il 15% dichiara una sostanziale stabilità.

Per quanto riguarda la tipologia di beni prodotti la variazione tendenziale è positiva solo per i beni di investimento (+3,5%). Cala invece la produzione di beni di consumo (-4,4%) e intermedi (-3,8%).

A livello settoriale le attività economiche in crescita rispetto allo stesso periodo del 2022 sono la carta e stampa (+6,4%), la fabbricazione di mezzi di trasporto (+3,4%) e le macchine e gli apparecchi meccanici (+3,3%). Registra una variazione della produzione positiva ma meno marcata il settore alimentari e bevande (+0,7%) mentre diminuisce la produzione per tutti gli altri settori. Le flessioni maggiori si registrano nella fabbricazione di articoli in gomma e materie plastiche (-9,9%), nell’industria dei prodotti in legno e dei mobili (-7,7%) e nella produzione delle macchine elettriche ed elettroniche (-7,6%).

Una conferma della frenata della produzione manifatturiera si ha dall’indicatore del grado di utilizzo degli impianti che da una media di 75% del 2022 passa a 73% nel primo semestre dell’anno e si ferma a 70% nel periodo luglio-settembre 2023. Rimane invece stabile a 55 il numero dei giorni di produzione assicurata dal portafoglio ordini.

Per quanto riguarda il livello delle giacenze dei prodotti finiti nel trimestre in esame il 56% delle imprese industriali lo ritiene adeguato, il 6% del campione valuta le giacenze scarse, ed il 9% le ritiene in esubero. Il 28% delle imprese non tiene giacenze in azienda.

Gli altri indicatori

Il fatturato totale delle imprese manifatturiere nel terzo trimestre del 2023 diminuisce del -2,2% su base annua. Le incertezze geopolitiche e la debolezza della domanda internazionale pesano anche sull’indicatore degli ordinativi: la diminuzione degli ordini riguarda sia quelli provenienti dal mercato estero (-3,9%) sia quelli interni (-3,4%).

Previsioni

Le attese degli imprenditori del comparto manifatturiero per l’ultimo trimestre dell’anno rimangono positive. Rispetto al secondo trimestre, cresce a 44% la quota di imprenditori intervistati che si attendono un aumento della produzione (era 37% nel secondo trimestre 2023) e scende a 26% (era 29%) la quota dei pessimisti che prevedono una diminuzione. Gli imprenditori che si attendono una situazione di stabilità sono il 30% (era 34%).

Focus Padova e provincia

Anche a Padova e provincia, nel terzo trimestre del 2023, i livelli produttivi dell’industria hanno proseguito il processo di rallentamento iniziato nello scorso trimestre. Secondo l’indagine VenetoCongiuntura nel periodo luglio-settembre, la produzione industriale ha registrato una variazione congiunturale destagionalizzata del +0,8% (-5,8% la variazione non destagionalizzata). La variazione tendenziale è pari a -3,6%, ancora più in discesa rispetto al -2,3% registrato nello scorso trimestre.

“Siamo di fronte a uno dei momenti più delicati per il sistema produttivo italiano e veneto – dichiara il presidente della Camera di Commercio di Padova, Antonio Santocono – con conseguenze molto pesanti sui bilanci di molte aziende e sulle loro capacità di resistere sui mercati nazionali e internazionali. Proprio in questo perdurare della crisi che ormai si protrae da parecchi anni, poter analizzare e interpretare lo stato di salute della nostra industria manifatturiera veneta e locale può aiutarci a cogliere con maggior precisione i punti più critici della nostra economia che necessitano di ulteriore attenzione e aiuti. Prima a causa della pandemia e ora con le tensioni belliche internazionali le nostre imprese non hanno mai mollato, dimostrando ancora una volta tutta la loro resilienza e la grande voglia di reagire. E’ questo grande coraggio che emerge dai risultati di questa indagine congiunturale: la voglia cioè delle nostre imprese di non mollare mai. Come Camera di Commercio di Padova stiamo facendo di tutto per sostenere le nostre imprese locali, nella speranza si possa presto aprire una nuova crescita economica contrassegnata da valori imprescindibili come il coraggio, l’intraprendenza e la genialità di nuove idee d’impresa, che siamo convinti possano ancora essere leve essenziali per una rinascita sociale ed economica. In questo 2023 che sta per chiudersi abbiamo stanziato oltre 7 milioni di euro a favore delle imprese. In particolare, i contributi riversati sul territorio riguardano progetti e iniziative negli ambiti maggiormente strategici quali: innovazione e digitalizzazione finalizzata a uno sviluppo sostenibile, internazionalizzazione, turismo e cultura, istruzione e formazione professionale, tutela dell’ambiente e della legalità del mercato”.

L’andamento rallentato dell’attività produttiva delle imprese patavine nel terzo trimestre dell’anno è confermato dal rallentamento anche dell’indicatore del grado di utilizzo degli impianti che cala e si attesta ad un valore pari a 72,5% inferiore di 5,2 e di 1,1 punti percentuali rispetto a quello registrato nei primi due trimestri del 2023 (rispettivamente 77,7 e 73,2%).

Per quanto riguarda il livello delle giacenze dei prodotti finiti, nel terzo trimestre 2023, il 55,7% delle imprese industriali l’ha ritenuto adeguato, mentre il 6% del campione ha valutato le giacenze scarse e l’8,4% in esubero. Il 29,8% delle imprese non tiene giacenze in azienda.

La produzione assicurata dal portafoglio ordini raccolti al 30 settembre 2023 si è attestata su un valore medio di 56 giorni, con una forte differenza tra le imprese di grandi dimensioni (oltre i 50 addetti) che dichiarano in media 84 giorni di produzione assicurata, rispetto ai 50 delle imprese di piccole/medie dimensioni. Il numero dei giorni è in linea rispetto alla media regionale che si ferma a 55 giorni.

Gli altri indicatori

Per quanto riguarda gli altri indicatori, nel terzo trimestre 2023 la variazione del fatturato totale rispetto allo stesso periodo del 2022 registra una diminuzione del -3% confermando l’andamento negativo della produzione.

Anche gli ordinativi hanno segnato una performance negativa: -2,5% la variazione tendenziale per gli ordinativi totali. Questa fase di decrescita dell’economia delle imprese padovane è dovuta sia dal mercato estero che registra una diminuzione degli ordinativi del -4,4% su base annua, mentre è più moderata la discesa degli ordini provenienti dal mercato interno che registrano un -1,6%.

Previsioni

Il clima di fiducia rimane comunque positivo per ottobre-dicembre del 2023 nonostante la frenata degli ultimi trimestri, l’incertezza economica e le difficoltà che i conflitti internazionali determinano nell’economia. Nel terzo trimestre 2023 le prospettive degli imprenditori per i mesi ottobre-dicembre 2023 rimangono positive: in media, il 52,4% delle imprese scommette sull’aumento della produzione, a fronte di un 23,3% di pessimisti e di un 24,3% che fornisce indicazioni di stazionarietà. Per quanto riguarda il fatturato solo 22,3% sono i pessimisti che dichiarano una diminuzione, ma quasi il 52% di imprenditori padovani prevedono un aumento del fatturato per l’ultimo trimestre del 2023. Aumenteranno anche gli ordinativi esteri per il 41,8% degli imprenditori e per quasi un 52% aumenteranno anche gli ordinativi interni.

Di Sergio Capretta

Presidente e direttore responsabile di Valdo Tv, Organizzazione Giornalistica Europea Giornalista indipendente. European Journalist GNS Association - International News Agency Esperto nel settore dei media online e videomaking. Esperto in editing non lineare, social media, video, Web e programmazione.

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