Le acque di balneazione sono una risorsa preziosa per il benessere e il divertimento dei bagnanti. Tuttavia, affinché queste attività siano sicure, è fondamentale che le acque in cui si svolgono siano prive di contaminazione microbiologica e chimica, oltre a corrispondere a luoghi sicuri.
Nella Regione del Veneto, le acque di balneazione sono individuate annualmente attraverso un decreto emesso dalla direzione ambientale e transizione ecologica. Questo decreto stabilisce anche i punti di monitoraggio e la durata della stagione balneare, che va da maggio a settembre. Durante questo periodo, vengono effettuati controlli per garantire la sicurezza dei bagnanti.
È importante sottolineare che tutte le acque dei corpi idrici regionali che non rientrano nell’elenco delle aree di balneazione, fornito dall’agenzia regionale A.R.P.A.V., vengono considerate “acque di non balneazione”. Ciò significa che la qualità di queste acque non viene monitorata e non è garantita. Di conseguenza, non sono previste zone di balneazione nei corsi d’acqua regionali.
Attualmente, nella regione del Veneto, sono monitorati 8 corpi idrici come aree di balneazione. Questi includono il mare Adriatico, il lago di Garda, il lago di Santa Croce, il lago del Mis, il lago di Centro Cadore, il lago di Lago e il lago di Santa Maria. Tuttavia, va sottolineato che il fiume Soligo o il fiume Piave, ad esempio, non sono inclusi nell’elenco delle aree di balneazione.
Nonostante ciò, occasionalmente, gruppi di persone, tra cui giovani e famiglie con bambini, vanno a fare il bagno in questi fiumi. Poiché queste acque non sono controllate dalla Regione, è sconsigliato vivamente di fare il bagno in queste zone, sia per la salute che per la propria incolumità. È necessario prestare attenzione alla propria sicurezza e cercare luoghi adeguati e sicuri per la balneazione.
La Regione del Veneto fornisce un elenco di aree di balneazione controllate dove è possibile godersi il bagno in acque sicure; tuttavia, è importante evitare di fare il bagno in corsi d’acqua interni, poiché la qualità dell’acqua non è monitorata e garantita. La sicurezza dei bagnanti deve essere sempre la priorità.