Il Grappa è ufficialmente, come auspicato da mesi, patrimonio UNESCO.

Il “viaggio” del Monte Grappa come Riserva di Biosfera si è concluso formalmente nel tardo pomeriggio di ieri, giovedì, con la comunicazione ufficiale del Ministero degli Esteri.

L’annuncio del riconoscimento è arrivato mercoledì, 15 settembre 2021, alle 15 circa, dal Consiglio internazionale di coordinamento del Programma MAB UNESCO, riunito ad Abuja, in Nigeria, in collegamento video con la sala Hangar della Fornace di Asolo (TV).

Un momento storico preceduto dalla cerimonia di proclamazione, convocata nella tarda mattinata nella stessa sala Hangar dall’IPA Terre di Asolo e Monte Grappa, a cui hanno partecipato i sindaci o assessori delegati dei 25 Comuni compresi nell’area del Massiccio del Grappa, i referenti delle tre Unioni Montane (del Grappa, Valbrenta e Feltrina) e i rappresentanti delle categorie economiche incluse nel progetto.  

Poi, dalla Nigeria, nel primo pomeriggio, la conferma ufficiale: il Consiglio Internazionale ha approvato le 480 pagine del dossier di candidatura, contenente 152 progettualità condivise da 76 proponenti, tra associazioni di cittadini, amministrazioni comunali ed enti pubblici, imprese, associazioni di categoria, istituti scolastici e singoli cittadini. 

La classificazione

Il Monte Grappa da mercoledì è quindi il secondo luogo del Veneto a ricevere il titolo di Riserva della Biosfera secondo il programma MAB dell’UNESCO, e il ventesimo a livello nazionale. Si tratta, inoltre, del decimo sito veneto riconosciuto in generale dall’UNESCO.

Il commento delle autorità

Coesione d’intenti nel voler tutelare il proprio territorio: è anche questo uno degli aspetti che ha permesso a tutti gli enti e cittadini richiedenti questo riconoscimento di ottenere la proclamazione del Grappa a Riserva della Biosfera.

“Un passaggio epocale quello appena compiuto” ha sottolineato Anna Agostini, uno degli architetti che ha curato dall’inizio il dossier di candidatura “Da oggi siamo un laboratorio vivente di buone pratiche, dopo un percorso lungo di “animazione territoriale”, fatto di tanti eventi e persone che si sono incontrate. Ma siamo solo all’inizio e siamo noi ad essere in prima linea. Non siamo in guerra, ovviamente, ma rimane molto forte il valore simbolico che il Grappa porta con sé e il parallellismo con l’impegno che ci attende da oggi. In un territorio che non è mai riuscito a vedersi unito, oggi costruiamo il futuro, ripartiamo con nuovi obiettivi, con altre realtà da includere, ma soprattutto con strumenti nuovi con cui affrontare le sfide”.

“Siamo davvero felici di questo riconoscimento – è l’intervento di Annalisa Rampin, presidente dell’IPA (Intesa Programmatica d’Area) Terre di Asolo e Monte Grappa e sindaco di Pieve del Grappa – Il Grappa negli anni ha pagato la difficoltà di fare una programmazione unitaria tra i tre versanti, perchè appunto appartenenti ad altrettante province, che facevano fatica a trovare linee uniche di programmazione. Oggi invece abbiamo sottoscritto “con il sangue” questo impegno di pianificazione condivisa per il futuro. La comunicazione e la condivisione per noi ora sono importanti. Vogliamo coinvolgere il più possibile tutti i nostri cittadini, attraverso numerosi eventi, perché ciascuno di loro sia orgoglioso di far parte di questa riserva e si veda anche impegnato nella sua salvaguardia e nel suo sviluppo. Vogliamo riuscire a sviluppare sempre di più l’integrazione tra uomo e ambiente, sviluppando i vincoli esistenti, non creandone altri. Perchè è proprio questo il tema della Riserva della Biosfera: sviluppare in modo sostenibile l’integrazione tra l’uomo, le sue attività e l’ambiente, salvaguardandolo”.

“Si tratta di un’altra grande soddisfazione per il Veneto – commenta l’assessore regionale al turismo e all’agricoltura Federico Caner, presente alla cerimonia – Questo riconoscimento, rispetto agli altri titoli Unesco, si contraddistingue anche per il valore della sostenibilità che veicola. Ma al di là dei titoli va sottolineato il valore intrinseco di questo sito, che esprime il rapporto equilibrato tra uomo e ambiente, attraverso la tutela della biodiversità e le buone pratiche legate allo sviluppo sostenibile. Il merito di questo risultato è, dunque, frutto del lavoro di squadra e di un territorio unito. I sindaci, in questa partita, dovranno continuare ad essere dei mediatori tra due diverse realtà, l’ecosistema ambientale e il mondo agricolo, per favorire e costruire relazioni solide tra questi due mondi nel pieno coinvolgimento delle comunità locali. Il mondo delle istituzioni deve favorire questi legami”.

L’iter, in sintesi

Il percorso di candidatura del Monte Grappa a Riserva della Biosfera UNESCO è stato avviato dapprima attraverso una serie di iniziative ed eventi pubblici, poi attraverso uno studio di fattibilità, che si è sviluppato nel 2018 e che ha approfondito le specifiche della possibile candidatura. Fra il 2019 e il 2020 è stato sviluppato un percorso di animazione territoriale, composto da 45 incontri pubblici e oltre 95 riunioni tecniche, organizzate con l’obiettivo di coinvolgere Enti, Istituzioni, organizzazioni private, associazioni valoriali e di categoria, aziende e singoli cittadini in alcune attività di presentazione interattiva e progettazione partecipata. Il Dossier di candidatura è stato poi presentato a fine 2020 ed è passato all’analisi degli organismi UNESCO.

Dopo un negoziato durato due anni, dunque, il Consiglio intergovernativo dell’UNESCO ha iscritto ufficialmente il territorio del Monte Grappa nella Lista delle Riserve di Biosfera MAB UNESCO.

Riserva della Biosfera: cos’è? 

Il monte Grappa è oggi identificato a livello mondiale come “luogo di apprendimento per lo sviluppo sostenibile” (fonte: https://en.unesco.org/biosphere/about). Questo riconoscimento valorizza l’impegno delle comunità locali verso il raggiungimento dei 17 Obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, per migliorare il benessere della popolazione con il sostegno alla green economy, all’economia circolare e alla responsabilità sociale d’impresa, e contrastare lo spopolamento dell’area con politiche specifiche che coinvolgano soprattutto i giovani a tutelare i valori del territorio.

L’area interessata

Come si riportava all’inizio, sono 25 i territori (divisi nelle 3 province di Belluno, Treviso e Vicenza) compresi in quest’area naturale, che da mercoledì sono ancora più incentivati e chiamati a salvaguardare questo patrimonio (ora ufficiale) per la comunità veneta e non solo:

Alano di Piave, Arsiè, Asolo, Bassano del Grappa, Borso del Grappa, Castelcucco, Cavaso del Tomba, Cornuda, Feltre, Fonte, Fonzaso, Maser, Monfumo, Mussolente, Pedavena, Pederobba, Pieve del Grappa, Possagno, Pove del Grappa, Quero-Vas, Romano d’Ezzelino, San Zenone degli Ezzelini, Seren del Grappa, Solagna e Valbrenta.

I Comuni sono stati suddivisi in 3 diverse aree, per permettere di tutelare in maniera definita il territorio:
– area centrale (core zone): territori protetti da leggi e norme specifiche, chiamati alla salvaguardia a lungo termine come previsto dagli obiettivi di conservazione delle Riserve della Biosfera, nei quali sono consentite unicamente la ricerca e attività a impatto zero;
– zona tampone (buffer zone): territori che circondano o confinano con le aree centrali, in cui si possono realizzare solo le attività compatibili con gli obiettivi di conservazione, tra cui l’educazione ambientale, l’ecoturismo, il monitoraggio e la ricerca scientifica;
– zona di transizione (transition zone): territori che circondano o confinano con le zone tampone, dove sono incoraggiate e sviluppate le pratiche di utilizzazione sostenibile delle risorse; è la parte della riserva in cui sono permesse tutte le attività che consentono lo sviluppo economico e umano, socio-culturalmente ed ecologicamente sostenibile.
Questa suddivisione non influisce però sulle responsabilità legislative che le amministrazioni hanno sul territorio del Grappa, responsabilità, è bene ribadirlo, che sono uguali per tutti.

Il riscontro delle autorità centrali

Questo traguardo è finito naturalmente sotto i riflettori non solo regionali, ma anche nazionali.

Arrivano saluti e complimenti per questo traguardo anche da parte del presidente della Regione, Luca Zaia: “Il Monte Grappa e tutto il Veneto hanno ricevuto un riconoscimento prestigioso che premia le qualità del territorio nella relazione tra uomo e natura, confermando come, qui e in tutta la regione, il rispetto dell’ambiente e dell’ecosistema vada di pari passo ed in coerenza con lo sviluppo dell’attività umana. Ancora una volta il Veneto è in prima fila con le sue eccellenze, alle quali si aggiunge un altro prestigioso riconoscimento da parte dell’Unesco per una parte di territorio veneto che racchiude bellezza, storia, unicità, sostenibilità. Da questo punto di vista il Veneto è uno scrigno che, passo dopo passo, sta ricevendo il giusto riconoscimento”.

Il via libera definitivo al riconoscimento di Riserva della Biosfera è arrivato da Roma. “La Farnesina – si legge nel comunicato emesso dal Ministero degli Esteri – esprime piena soddisfazione per questi importanti risultati, frutto di un lavoro pluridecennale che premia l’azione di numerose istituzioni nazionali e locali. L’iscrizione della Riserva del ‘Monte Grappa’ e l’estensione della Riserva dell’Appennino Tosco-Emiliano confermano, altresì, la necessità di incrementare gli sforzi nel contrastare gli effetti del cambiamento climatico e promuovere un rapporto sempre più equilibrato tra uomo e ambiente”.

Cosa succede ora

Essere diventati Biosfera MAB è un’opportunità – prosegue l’architetto Anna Agostini – Nessuna regola nuova, se questo è il timore. Diamo nuovo significato ai vincoli esistenti, perché siano risorsa e non limite. Ci siamo assunti davanti a tutto il mondo delle responsabilità verso il territorio in cui viviamo: oggi abbiamo l’opportunità, reale, di far contare le nostre comunità e affrontare le grandi sfide globali con la forza del locale. Le idee camminano sulle gambe degli uomini”.

Riassumendo: dobbiamo tutti continuare a impegnarci e lavorare per tutelare questo territorio e il suo ambiente, tanto più perché oggi è riconosciuto patrimonio mondiale UNESCO.

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