L’elevata domanda di mascherine dall’inizio della pandemia, ha portato alla produzione di miliardi di maschere usa e getta, senza però alcun piano dedicato al corretto smaltimento.
Le maschere sono ovunque; nei fossi, sui marciapiedi, lungo le strade; nei centri abitati intasano i canali di scolo e si riversano negli specchi d’acqua, fino ad arrivare al mare. I ricercatori avvertono della possibilità che le mascherine possano diventare il prossimo “problema di inquinamento da plastica”.
Studi recenti stimano che in tutto il mondo gli esseri umani utilizzino 129 miliardi di mascherine ogni mese, circa 3 milioni al minuto. La maggior parte sono usa e getta, realizzate con microfibre di plastica non biodegradabili che si scompongono in particelle di plastica più piccole – micro e nanoplastiche – e si diffondono negli ecosistemi.
“L’enorme produzione di maschere usa e getta è su una scala simile a quella delle bottiglie di plastica – hanno detto il tossicologo ambientale Elvis Genbo Xu dell’Università della Danimarca meridionale, e il professor Zhiyong Jason Ren, un esperto in materia civile e ingegneria ambientale alla Princeton University – Ma a differenza delle bottiglie di plastica, non c’è modo di riciclare le mascherine, aumentando così le probabilità che vengano smaltite in modi inappropriati”.
Come altri detriti di plastica, “le maschere usa e getta possono accumularsi – continuano o due esperti Xu e Ren – e rilasciare sostanze chimiche e biologiche nocive, come bisfenolo A, metalli pesanti e microrganismi patogeni. Alcune delle sostanze chimiche tossiche rilasciate durante la degradazione dei polimeri plastici includono ftalati, stagno organico, nonilfenolo, etere bifenilico polibromurato e triclosano”.
Negli anni precedenti la pandemia, gli ambientalisti avevano messo in guardia contro l’inquinamento da plastica alle stelle e la sua minaccia per gli oceani e la vita marina. Secondo una stima del 2018 di UN Environment, fino a 13 milioni di tonnellate di plastica finiscono nei nostri oceani ogni anno.
Secondo un rapporto di OceanAsia, nel 2020 si stima che 1,56 miliardi di mascherine siano già finite nell’oceano; queste maschere impiegano fino a 450 anni per disgregarsi, trasformandosi lentamente in microplastiche che influenzano negativamente la fauna marina e gli ecosistemi.
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