Articolo 42 del DL Cura Italia: l’assurdità giuridica che mette a rischio il lavoro degli imprenditori. L’Avv. Fabio Crea interviene su “Coronavirus: infortunio al tempo del Covid” :«Non può passare il concetto “lavoratore malato=imprenditore colpevole”»
«Dobbiamo ritenere gli imprenditori trevigiani colpevoli fino a prova contraria? Anche no!». L’Avvocato trevigiano Fabio Crea interviene sul tema Coronavirus e Art. 42 del DL Cura Italia: «L’articolo 42 del DL cura Italia non mi convince per nulla, si potrebbe definire un’assurdità giuridica perché viene considerato responsabile della malattia Covid del lavoratore il datore di lavoro, facendo passare il concetto “lavoratore malato=imprenditore colpevole”. È chiaro che considerare questo un infortunio e non una malattia, soprattutto in un periodo pandemico, è davvero un’assurdità. Questo costringerà molti datori di lavoro, molti imprenditori, ma anche lavoratori autonomi con dipendenti, a doversi difendere da cause penali e civili e dimostrare di avere adottato tutte disposizioni antinfortunistiche che normalmente devono essere prese in considerazione in altri ambiti e per altri infortuni».
Una situazione che, alla luce di questa probabile interpretazione, considera gli imprenditori colpevoli fino a prova contraria: «Potremmo dire – prosegue Crea – che, oltre al danno, cioè i mancati guadagni e la grave crisi economica, c’è anche la beffa. Non è certamente questo quello di cui hanno bisogno gli imprenditori trevigiani».
Una lettura che fa riflettere, ancor più perché proveniente da un avvocato, ovvero da chi – in un fiorir di cause civili e penali – potrebbe solamente guadagnarci: «Ma come avvocato penso anche, e lo dico molto modestamente, di dover essere anzitutto un giurista, e un giurista non può certamente accettare questa presunzione di colpevolezza da parte dello Stato nei confronti di chi liberamente esercita l’attività imprenditoriale».
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