Giancarlo Cunial esprime il proprio pensiero su alcuni aspetti della pandemia:
“Proviamo a studiare il Coronavirus, analizzandolo con qualche dato statistico. Insomma dei giochi matematici per passare il tempo.
A chi non piace la matematica, gli do l’appuntamento al prossimo post!
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IL CASO LOMBARDIA
Perché i conti del Coronavirus in Italia non tornano.
E soprattutto non tornano quelli della Lombardia, dove c’è il maggior numero di contagiati.
In Lombardia, in data 12 marzo 2020, i positivi al Coronavirus erano 8.725 (su 15.113 totali contagiati in Italia), con un aumento rispetto al giorno prima di 1.445 nuovi contagi.
Il 50% circa dei contagiati di tutta l’Italia si trova in Lombardia.
E’ una cosa strana, su cui si stanno confrontando matematici e statistici di tutto il Mondo.
Ma c’è un altro dato, ancora più grave, che vede la Lombardia in vetta a ogni statistica mondiale sul Coronavirus: i morti in Lombardia in data 12 marzo 2020 erano in tutto 744, con una percentuale rispetto ai contagiati dell’8,5 %.
La percentuale è decisamente più elevata rispetto alla media attesa; in Cina la percentuale dei morti rispetto ai contagiati è del 3 per cento e in Corea, dell’1 per cento.
Cosa sta succedendo?
Le ipotesi statistiche che cercano di spiegare questa enorme differenza che c’è il Lombardia rispetto al resto del mondo contagiato finora, sono due:
1- l’età media della Lombardia è attorno ai 44 anni con una popolazione più anziana maggiormente colpita dal virus; in Cina la media età della popolazione è di 37 anni: poiché i morti sono in media ottantenni con patologie pregresse, questa ipotesi può essere valida;
2- può anche essere però che ci sia in Lombardia (e in tutta Italia) una sottostima dei casi reali di contagiati, che porta quindi a calcolare la percentuale dei decessi con un numeratore più basso di quello cinese (la percentuale dei morti su contagiati in Lombardia si calcola con questa proporzione: 8.725:744=100:x); anche questa ipotesi può essere verosimile (e forse anche realistica): un rapido calcolo ci fa dire quindi che se il numero dei decessi in Lombardia avesse una percentuale sui contagiati pari a quello della Cina (3%), allora i contagiati non sarebbero più 8.725 come risultavano al 12 marzo 2020 ma attorno ai 22-25 mila.
L’ipotesi n. 2 è di gran lunga più accettabile anche dall’altro dato che emerge dalla Cina e dalla Corea (unici due Stati che ci possono ora fornire dati freschi sull’andamento della pandemia): l’80% dei contagiati non ha sintomi rilevanti e addirittura il 50% non avrebbe nessun sintomo. In Lombardia, invece, solo il 15% dei contagiati risulta a casa in isolamento volontario praticamente senza sintomi. E’ una percentuale troppo bassa rispetto a quella prevista.
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FRANCIA E GERMANIA
Per concludere questo ragionamento sul numero di decessi va osservato infine che in Francia e in Germania ci sono molti meno morti che in Italia.
I francesi e i tedeschi prima di attribuire una morte al Coronavirus eseguono una serie di accertamenti e di valutazioni che addirittura in certi casi ha portato a depennare dei morti dall’elenco: di fatto capita che accertino che alcune persone siano morte per altre cause pur essendo infette dal virus.
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NOI E LA CINA
C’è poi un altro valore che va evidenziato: in Italia siamo 60 milioni di abitanti; anche la regione dell’Hubei ha una popolazione ci 60 milioni di abitanti.
Noi in Italia siamo al 18° giorno di epidemia conclamata e siamo a 15.113 contagiati su tutte le regioni italiane. Nell’Hubei, invece, nel 18° giorno di contagio c’erano 27.100 contagiati, caon uno spread di oltre 12.000 casi.
Anche nel 16° giorno della nostra epidemia si registravano undicimila contagi in meno rispetto a quelli dell’Hubei.
Nel 13° giorno c’erano in Italia 7.600 contagiati in meno del 13° giorno dell’Hubei e via di seguito….
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ERRE CON ZERO
Il Coronavirus ha scatenato una pandemia con un indice di contagio (lo chiamano gli studiosi R0, che si legge: “erre con zero”) abbastanza alto, anche se non altissimo: 2 virgola qualcosa. Forse 2,5. Qualcuno azzarda a dire “vicino a tre”
R0 è il “numero di riproduzione di base” che rappresenta il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto in una popolazione mai venuta a contatto con il virus.
Questo numero ci dice, in altre parole quanti ne infetta ogni contagiato.
Il Coronavirus si diffonde principalmente attraverso il contatto con le goccioline del respiro delle persone infette
È importante perciò che le persone ammalate applichino misure di igiene quali starnutire o tossire in un fazzoletto o con il gomito piegato e gettare i fazzoletti utilizzati in un cestino chiuso immediatamente dopo l’uso e lavare le mani frequentemente con acqua e sapone o usando soluzioni alcoliche.
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L’ISOLAMENTO E’ UTILE
Chiudere tutto è utile: lo ha dimostrato il caso di Wuham.
Di fronte al contagio di questo virus, al 17° giorno dal suo nascere, la Cina ha chiuso tutto: è quello che gli esperti chiamano lockdown.
L’Italia ha chiuso (quasi) tutto al 19° giorno, quando i casi di contagio e il numero dei morti era pressapoco allo stesso livello del 17° giorno della Cina.
In 15 giorni la Cina ha avuto un’impennata di contagi da far paura nei primi 10 giorni e poi un rallentamento nei 4-6 giorni successivi, fino all’assestamento quasi piatto dopo una ventina di giorni dal blockdown.
La proiezione, quindi, del contagio in Italia, se dovesse esserci lo stesso andamento della Cina, è questa: nei prossimi 10-11 giorni l’impennata dei contagi e dei morti (20-23 marzo), con il vero problema della tenuta del sistema sanitario (in Cina hanno costruito quell’ospedale nuovo in poche ore; ma anche qui in Italia si stanno allestendo ospedali nuovi in strutture vuote); poi le previsioni sono di un calo del contagio nel giro di 8-10 giorni. Una quindicina di giorni successivi saranno necessari per vedere un raffreddamento sostanziale dei nuovi malati. La quiete dopo la tempesta.
Forse, quando il premier Conte parlava di “due settimane per tornare ad abbracciarci” aveva in mente proprio queste proiezioni matematiche della malattia.
Tra quaranta giorni, forse, potremmo dire che è arrivato il momento che i medici italiani potranno andare in Germania o in Francia o in Spagna ad aiutare a debellare l’epidemia.
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L’ALCOL CI SALVA
Il virus uscito dal fiato del contagiato sopravvive alcune ore, non si sa quante, ma alcune ore; quindi è bello tosto.
Ma l’utilizzo di semplici disinfettanti è in grado di uccidere il virus annullando la sua capacità di infettare le persone. Questi disinfettanti devono contenere almeno l’1% di cloro (come la candeggina) o il 75% di alcol (etanolo).
Me lo diceva sempre Gustìn Ciak che l’alcol salva i cristiani.
E stavolta gli darei ragione anch’io.
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LE FONTI
i numeri forniti in questo post sono tratti dai siti web:
Protezione Civile Italia
Sole 24ore Milano
AGI-Agenzia Italia
Algebris policy research Forum
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I DATI DELLA PANDEMIA IN ITALIA AL 13 MARZO 2020
Oggi, 13 marzo 2020, alle 18, questi sono i numeri del contagio da Coronavirus in Italia
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono in Italia 17.660 contagiati (solo oggi: + 2.116);
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati in Italia 1.439 guariti, 181 solo oggi;
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati 1.266 morti con coronavirus (solo oggi ci sono stati 250 morti)
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I DATI DELLA PANDEMIA IN ITALIA AL 14 MARZO 2020
Oggi 14 marzo 2020, alle 18, questi sono i numeri del contagio da Coronavirus in Italia
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati in Italia 21.157 contagiati (solo oggi: +2.795 );
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati in Italia 1.966 guariti, 527 solo oggi;
– dall’inizio dell’epidemia, ci sono stati in Italia 1.441 morti con Coronavirus (solo oggi ci sono stati 175 morti)
– altre notizie: tra i positivi al contagio ci sono due viceministri, Ascani e Sileri; Il governo sospende da oggi i treni notturni; chiudono per due settimane (fino al 29 marzo) gli stabilimenti Ferrari a Maranello e Modena; sono stati fatti 150mila controlli in tutta Italia e sono state elevate settemila denunce per gli spostamenti non autorizzati; la via francese contro l’epidemia: l’epidemia va rallentata non interrotta, altrimenti può ricominciare”; canti, cori, applausi, bandiere e inni dalle finestre di tantissimi italiani ogni giorno a mezzogiorno: il flash mob per ringraziare tutto il personale sanitario in prima fila da settimane control’emergenza Coronavirus; nel comune di Nembro, 11 mila abitanti in provincia di Bergamo, ci sono 70 morti con Coronavirus negli ultimi 12 giorni; molti terrazzi e balconi in Italia espongono lo strisciopne “andrà tutto bene”; morto oggi a Bergamo un operatore del 118 di 47 anni con Coronavirus
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LA FRASE DI OGGI
“Abbiamo visto folle al mare o a sciare o in mega aperitivi, luoghi dove probabilmente il virus ha circolato. Una parte di quelle persone nei prossimi giorni probabilmente mostrerà una sintomatologia” (Brusaferro, dell’Istituto Superiore di Sanità)
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