Il nostro cuore si edifica sulla memoria di quegli uomini e quelle donne che ci hanno fatto avvicinare a sorgenti di vita e di speranza a cui potranno attingere anche quelli che ci seguiranno. È la memoria dell’eredità ricevuta che dobbiamo, a nostra volta, trasmettere ai nostri figli.” (Papa Francesco)

Mercoledì 4 settembre 2019, con la solenne concelebrazione eucaristica del Vescovo di Vittorio Veneto, monsignor Corrado Pizziolo, nel Duomo di Pieve di Soligo, si è ufficialmente aperto il mese tonioliano: eventi e devozione per la memoria liturgica del Beato Giuseppe Toniolo, fino al 7 ottobre, giorno del suo 101mo anniversario di morte.

La messa si è svolta con il concelebrante l’arciprete monsignor Giuseppe Nadal, il rettore del Seminario don Luigino Zago e don Pietro Varnier.

La scelta del 4 settembre per inaugurare questo importante momento di ricordo non è casuale, anzi, come ricordato dal Vescovo Pizziolo, si tratta di una data speciale ed inedita, commemorando il matrimonio, a Pieve, del Beato Toniolo con la pievigina Maria Schiratti, avvenuto esattamente il 4 settembre 1878. Una vocazione familiare da cui nacquero sette figli, tre dei quali morti in tenera età.

Proprio sul modello di “spiritualità laicale”, incarnato dal Toniolo, ha insistito il Vescovo vittoriese, mettendo in luce come tutta l’esistenza del professore trevigiano sia stata condotta “secondo lo spirito evangelico” in tutti gli ambiti dell’impegno quotidiano – da quello personale e familiare, a quello della docenza universitaria, fino all’azione in campo ecclesiale e sociale. Una laicità cristiana piena, coerente e vitale che ha saputo coniugarsi, allo stesso tempo, con una profonda vocazione alla santità, propria di tutti i cristiani. Santità che la Chiesa ha riconosciuto come modello attraverso la beatificazione solenne del Toniolo il 29 aprile 2012, a Roma.

Durante la celebrazione, animata dalle esecuzioni della Corale S. Maria Assunta, è avvenuta anche l’esposizione delle reliquie del Beato, presso il sarcofago marmoreo.
Con la benedizione del presule diocesano, al termine della processione fino alla tomba del grande sociologo ed economista.

Tomba del Beato

Un momento particolarmente significativo è stato l’annuncio del dono, fatto alla parrocchia, di un originale leggio in legno da parte di Mario Zuan, artista locale molto conosciuto, che ha partecipato ad interessanti mostre e collettive nel triveneto.

Lo scultore ha realizzato la preziosa opera con fregi, simboli e rilievi dedicati proprio alla figura del Toniolo e al suo agire instancabile “per una società di santi”: alla fine della messa tutti i fedeli hanno potuto ammirare il graditissimo regalo che potrà essere utilizzato per le liturgie della comunità parrocchiale, come espressione del sentimento di bene e di devozione popolare nei riguardi del Toniolo.

Nel frattempo, è ripresa a pieno ritmo l’attività dell’Istituto Diocesano “Beato Toniolo. Le vie dei Santi”, ora molto impegnato in vista della cerimonia finale del Premio Giuseppe Toniolo – giunto ormai alla sua quarta edizione – in programma il prossimo lunedì 7 ottobre sera nell’auditorium Battistella Moccia di Pieve di Soligo. Il momento religioso nel ricordo dell’anniversario della morte del Toniolo sarà celebrato domenica 6 ottobre, alle ore 18.30, con la messa presieduta, in Duomo di Pieve di Soligo, dal vicario generale della diocesi, monsignor Martino Zagonel.

La speciale parabola laica di Giuseppe Toniolo, intersecata alla caritatevole responsabilità che ha sempre nutrito verso persone e associazioni, è una lezione pienamente attuale, un riferimento altissimo per la stessa vicenda odierna dei cattolici. E non solo.

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Di Sofia Facchin

Freelance nell'ambito della comunicazione e content writer, con il pallino della promozione territoriale, collabora con diversi enti, fra cui l'Associazione Musicale "Toti dal Monte" e la formazione musicale "Piccola Orchestra Veneta", di Solighetto (Tv).  Attualmente è  impegnata nello sviluppo del progetto personale "Proprio Dietro Casa", finalizzato alla valorizzazione del Veneto, non solo come meta turistica, ma anche come "luogo dell'anima". Sofia coltiva la passione per i Paleoveneti, dalla cui sapienza antica trae spunti per itinerari e riflessioni sul mondo che la circonda.

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