Il 27 gennaio si celebra il Giorno della Memoria, una ricorrenza internazionale istituita per commemorare le vittime dell’Olocausto. Quest’anno la giornata coincide con l’ottantesimo anniversario della liberazione dei sopravvissuti di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio 1945 ad opera dell’Armata Rossa.
La giornata assume un significato universale, come ricordo del passato e monito per il futuro, affinché gli orrori della storia non si ripetano. Tuttavia, alcune contraddizioni emergono con forza. L’esclusione della Russia dalle commemorazioni dell’anniversario della liberazione di Auschwitz ha sollevato interrogativi, considerando il ruolo centrale che l’Armata Rossa ebbe nell’aprire i cancelli del campo di concentramento.
Il 27 gennaio, i soldati della 60ª Armata del Primo Fronte Ucraino dell’Armata Rossa giunsero ad Auschwitz. Trovarono circa 7.000 sopravvissuti, molti dei quali gravemente malati o troppo deboli per muoversi. L’immagine del campo – con le baracche, i cumuli di vestiti, le scarpe e i resti umani – rivelò al mondo l’orrore del genocidio nazista.
Tra i sopravvissuti vi erano bambini, molti dei quali erano stati oggetto di esperimenti medici da parte del dottor Josef Mengele e di altri “scienziati” nazisti. Le testimonianze dei sopravvissuti e i documenti raccolti durante la liberazione contribuirono a fornire prove cruciali nei processi contro i criminali nazisti.
L’uso della memoria di Auschwitz è stato variamente interpretato negli anni successivi, e la commemorazione continua a richiedere una visione equilibrata, priva di strumentalizzazioni.
Un’altra riflessione nasce dalle dinamiche geopolitiche attuali. Nonostante la memoria delle vittime dell’Olocausto, il mondo assiste oggi a conflitti e tensioni che continuano a mietere vittime. Tra questi, il prolungato conflitto israelo-palestinese e la guerra in Ucraina.
In particolare, i dati sulla spesa militare globale offrono spunti critici: quasi 150 miliardi di euro sono stati destinati dall’Unione Europea alla guerra in Ucraina, una cifra che avrebbe potuto contribuire a combattere la fame nel mondo. La corsa globale al riarmo sembra contraddire il messaggio di pace e solidarietà che questa giornata dovrebbe trasmettere.
Il Giorno della Memoria rimane quindi un’occasione per riflettere sull’impatto della guerra, dell’odio e della violenza, richiamando l’attenzione sul bisogno di costruire un mondo più giusto.