“Invito tutti i visitatori a leggere tra le righe di questa esposizione: ciò che vedrete racconta non solo la storia dei Veneti antichi, ma anche quella di una comunità che si è unita per valorizzare e condividere le proprie radici” – Emanuela Gilli, Conservatrice archeologa del Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna
Un viaggio affascinante nel passato dei Veneti antichi ha preso il via, sabato 16 novembre, con l’inaugurazione della mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi”, dedicata al patrimonio archeologico della necropoli preromana di Posmon a Montebelluna.
L’evento, ospitato presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, è il frutto di una stretta collaborazione con la SABAP per l’area metropolitana di Venezia e le province di Belluno, Padova e Treviso e la Direzione Regionale Musei nazionali Veneto.
Cuore della mostra sono le due situle figurate di Posmon, reperti eccezionali rinvenuti rispettivamente nel 2002 e nel 2012, che vengono esposte insieme per la prima volta.
I due vasi, decorati nello stile della cosiddetta Arte delle Situle, sono tra gli esemplari più
rappresentativi e più spettacolari della cultura materiale dei Veneti antichi, il popolo vissuto
nell’Italia nord orientale tra il IX secolo a.C. e l’arrivo dei Romani.
Benedetta Prosdocimi, Direttrice del Museo Nazionale Atestino, ha ricordato l’inizio della collaborazione fra i due musei: “questi reperti sono stati restaurati e studiati nel nostro laboratorio, e siamo felici che oggi tornino a raccontare la loro storia alla comunità di Montebelluna.”
Questi antichi manufatti, utilizzati inizialmente come contenitori per il vino e successivamente come urne funerarie, rappresentano un esempio straordinario della cultura dei Veneti antichi, raccontando “fabulae”, storie di vita quotidiana e tradizioni rituali.
“Questa mostra è un tributo alle nostre radici e al nostro patrimonio culturale,” ha dichiarato il sindaco di Montebelluna, Adalberto Bordin, durante il suo intervento. “È il risultato di un lavoro corale che ha coinvolto archeologi, restauratori, studiosi e cittadini. È un’occasione per riflettere su chi siamo e sul valore delle nostre tradizioni“. Il Sindaco ha ringraziato anche i numerosi sponsor privati, per la riuscita della mostra.
Anche il vicepresidente della provincia di Treviso, Fabio Maggio, ha espresso il proprio apprezzamento per il lavoro svolto: “questa mostra è la prova di quanto sia importante fare rete tra istituzioni, sponsor e comunità locali per valorizzare il nostro patrimonio culturale.”
IL PERCORSO ESPOSITIVO
Le “vite” e i “racconti” di questi due capolavori vengono presentati in un percorso dove passato e presente si alternano in un dialogo costante.
Emanuela Gilli, Conservatrice archeologa del Museo di Storia Naturale e Archeologia di
Montebelluna, ha evidenziato come: “questo progetto non si limita a presentare dei reperti archeologici in vetrina. Abbiamo voluto creare un’esperienza che stimoli riflessioni più ampie, legate all’uso del territorio, al consumo del suolo e alla capacità di preservare ciò che abbiamo ereditato. È stato un privilegio lavorare con un comitato scientifico di altissimo livello, dove ogni contributo, dai restauratori agli archeologi, ha arricchito il percorso espositivo.”
I reperti in mostra, datati tra il VII e il I secolo a.C., sono più di 400 tra materiali dello stesso Museo Civico di Montebelluna e altri in prestito dal Museo Nazionale Atestino e dal Museo Nazionale Sloveno (Lubiana, Slovenia).
L’allestimento prevede soluzioni immersive, postazioni interattive e partecipative per far rivivere, anche in maniera emozionale, il mondo dei Veneti antichi raccontato dalle due situle di Montebelluna nel contesto dei nuovi studi sulla necropoli di Posmon.
La realizzazione della mostra ha visto l’impegno congiunto di diverse istituzioni.
Carla Pirazzini, Funzionario archeologo responsabile delle zone di Este e di Montebelluna per la
Soprintendenza ABAP VE-MET, ha sottolineato come questa esposizione sia il frutto di anni di lavoro, dalle delicate operazioni di scavo, al restauro dei reperti, fino alle questioni burocratiche, anche grazie “ad un team di persone appassionate che lavorano per restituire alla collettività, in questo caso felicemente, quello che viene ritrovato dopo gli scavi“.
Oltre ai già citati, il comitato scientifico è composto da Stefano Buson, funzionario restauratore presso il Museo Nazionale Atestino, Monica Celi, Direttrice del Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, Giovanna Gambacurta, Professore associato di Etruscologia ed Antichità Italiche presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, Nicoletta Onisto, Esperta in resti cremati, docente incaricato presso l’Università degli Studi di Ferrara, Benedetta Prosdocimi, Direttrice del Museo Nazionale Atesti, Angela Ruta, direttrice del Museo Nazionale Atestino, Luca Zaghetto, archeologo, autore di studi sistematici sui sistemi iconografici dell’arte delle situle.
ORARI DI APERTURA
La mostra “FABULAE. Le situle raccontano i Veneti antichi” sarà aperta al pubblico dal 17 novembre 2024 al 31 agosto 2025 presso il Museo di Storia Naturale e Archeologia di Montebelluna, situato in Via Piave 51, 31044 Montebelluna (TV).
Da dicembre a maggio: dal martedì alla domenica, dalle 14.30 alle 18.00.
Da luglio a settembre: il sabato e la domenica, dalle 15.00 alle 19.00.
Gruppi e scuole: apertura su prenotazione con orario continuato, tutti i giorni dalle 9.00 alle 17.00.
La mostra resterà chiusa il lunedì e nei giorni di Natale, Capodanno (1 gennaio), Pasqua, 1 maggio, 2 giugno e Ferragosto (15 agosto).