Durante la Festa dei Marroni di Combai, si è tenuto un convegno tecnico sul tema “Ruolo della castanicoltura e delle comunità castanicole nella tutela e valorizzazione del territorio”, organizzato da Agricombai, l’Associazione Produttori e la Pro Loco di Combai. L’evento ha richiamato l’attenzione su come i castagneti, che coprono il 5% della superficie forestale in Veneto, abbiano un’importanza economica e sociale per la produzione di legno, marroni e castagne, con un focus particolare sul marrone IGP.
La produzione del marrone, pur essendo in difficoltà a causa della scarsità dell’annata 2024, è stata riconosciuta come un elemento centrale da proteggere e valorizzare. Il convegno ha ribadito la necessità di investire in ricerca e innovazione per preservare questa tradizione, in particolare nel contesto dei cambiamenti climatici e delle sfide fitosanitarie.
Il professor Danilo Gasparini dell’Università di Padova ha aperto l’evento con un intervento sulla storia della castanicoltura in Italia. Gasparini ha sottolineato come il castagno sia stato fondamentale per l’alimentazione in epoche passate, quando il marrone veniva utilizzato per produrre farina, pane e polenta. Nel corso degli anni, il marrone ha assunto un nuovo ruolo, entrando nella produzione di birra, pasticceria e altri prodotti gastronomici.
Fernanda Colombari della Forestale del Veneto ha evidenziato le sfide legate agli aspetti fitosanitari. Ha parlato della minaccia rappresentata dalla vespa cinese, che ha danneggiato la produzione in Pedemontana, e ha messo in guardia contro potenziali parassiti alieni, come un organismo nocivo proveniente dal Nordamerica.
Nicola Andrighetto e Thomas Campagnaro dell’Università di Padova hanno posto l’accento sugli aspetti ecologici e vivaistici, con particolare attenzione alla biodiversità, vista come una delle principali sfide per il futuro dei castagneti.
Maria Gabriella Bellano dell’Università di Torino ha invece analizzato l’evoluzione della filiera castanicola, parlando dell’importanza della certificazione vivaistica come garanzia per i castanicoltori e per il settore.
Infine, il professor Luca Dondini ha approfondito il tema della tracciabilità dei prodotti, spiegando come l’analisi del DNA sia fondamentale per preservare le risorse genetiche e garantire la riconoscibilità delle varietà di castagno.
Il convegno ha messo in luce l’importanza della castanicoltura non solo dal punto di vista produttivo, ma anche come elemento chiave per la salvaguardia del territorio e delle tradizioni locali.