Il Cai Veneto ha espresso perplessità sulla possibile realizzazione di una diga sul torrente Vanoi durante un incontro tenutosi a Feltre il 18 luglio. La decisione del Cai, anche come Associazione di protezione ambientale, è motivata dall’impatto ambientale dell’opera e dall’opposizione degli abitanti del Primiero e del Feltrino, che già subiscono le conseguenze di numerosi invasi per la produzione di energia elettrica.
Renato Frigo, presidente del Cai Veneto, e Renzo Zollet, presidente del Cai di Feltre, hanno sottolineato l’importanza di una migliore gestione degli invasi esistenti. A causa dell’erosione e della sedimentazione, la capacità di questi invasi si è ridotta, richiedendo una manutenzione adeguata per garantire un rapporto efficace tra montagna e pianura.
I rappresentanti del Cai hanno riconosciuto la preoccupazione per il ridotto apporto idrico durante i periodi di siccità, ma hanno suggerito che il problema dovrebbe essere affrontato con metodi di irrigazione agricola più efficienti e razionali, adeguati ai cambiamenti climatici in atto.
Frigo e Zollet hanno evidenziato che l’Italia preleva quasi 40 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, risultando il Paese europeo con i più alti livelli di stress idrico. La disponibilità di acqua si è ridotta del 20% rispetto all’inizio del XX secolo e potrebbe diminuire di un ulteriore 40% entro il 2050. L’agricoltura italiana consuma 16 miliardi di metri cubi d’acqua all’anno, il 40% del totale, rendendo urgente l’adozione di sistemi di irrigazione più efficienti.
Il degrado del suolo agricolo e l’obsolescenza delle infrastrutture idriche aggravano la situazione. L’Italia registra il più alto consumo pro capite di acqua in Europa, con 220 litri al giorno. Inoltre, l’infrastruttura idrica perde il 42% dell’acqua prelevata, rispetto al 33% di fine anni ’90.
Il Cai ha concluso che un uso più efficiente e circolare dell’acqua è necessario. Anche se alcuni invasi possono essere utili, non rappresentano una soluzione sufficiente per mitigare la siccità. L’agricoltura deve ridurre i consumi d’acqua attraverso sistemi di irrigazione a goccia e di precisione. Inoltre, il Regolamento europeo 2020/741 sul riutilizzo delle acque reflue trattate può aumentare le risorse idriche disponibili.
Frigo e Zollet hanno proposto un referendum per coinvolgere le popolazioni locali nella decisione, non sulla costruzione dell’invaso, ma sugli impatti sociali e ambientali dell’opera.