La Festa di San Marco è da sempre un evento fondamentale nel calendario di Venezia, celebrando il Santo patrono della città, divenuto simbolo della Serenissima nel mondo. Ma pochi sanno che in passato questa festa veniva commemorata non una, ma tre volte l’anno.
La prima celebrazione avveniva il 31 gennaio, giorno della traslazione del corpo di San Marco ad Alessandria d’Egitto a Venezia nell’828. Secondo la tradizione, il corpo del Santo fu nascosto tra merci impure per i musulmani e portato a Venezia da due mercanti locali, Rustico da Torcello e Bono o Tribuno da Malamocco, con l’aiuto di un servo di nome Basilio.
La seconda festa, il 25 giugno, commemorava il ritrovamento delle reliquie del Santo nel 1094, durante la celebrazione della messa per la consacrazione della basilica eretta in suo onore. Le reliquie furono miracolosamente ritrovate all’interno di una colonna, secondo la tradizione orale.
L’unica celebrazione che è giunta fino a noi è quella del 25 aprile, istituita dopo l’ascesa al potere della Repubblica di Venezia. La Serenissima, riconoscente al Santo, decise di consacrare la sua gratitudine con una celebrazione ancora più solenne, fissata il giorno della sua morte e martirio, il cosiddetto “dies natalis”.
Così, da tre feste di San Marco, ne rimane solo una, quella che ancora oggi Venezia continua a celebrare con devozione.
La leggenda delle reliquie di San Marco: Una storia millenaria
Nell’828, il destino di Venezia venne segnato da un evento epocale: l’arrivo delle preziose reliquie di San Marco, trafugate dalla lontana Alessandria d’Egitto. Questo evento storico, fondamentale per la città lagunare, ha plasmato il suo destino e la sua identità per secoli a venire.
Secondo antichi resoconti, due audaci mercanti veneziani, Rustico da Torcello e Bono o Tribuno da Malamocco, uniti dal servo Basilio, riuscirono a sottrarre le sacre spoglie dalla tomba del Santo in Alessandria. Il 31 gennaio dell’anno in questione, grazie a un astuto stratagemma che sfruttava le credenze musulmane riguardo all’impurità della carne di maiale, le reliquie furono fatte passare indenni attraverso i controlli e giunsero in salvo a Venezia.
L’arrivo delle reliquie segnò una svolta nella storia religiosa e culturale della città. Il Doge, conscio dell’importanza del momento, fece edificare la prima chiesa dedicata a San Marco, sostituendo la precedente cappella dedicata al Santo bizantino Teodoro. Questa prima basilica, tuttavia, venne presto rimpiazzata da una nuova struttura, eretta nel 832 e poi ricostruita nel 978 dopo essere stata distrutta da un incendio.
Ma è nel 1063 che la basilica di San Marco assume la forma che conosciamo oggi, grazie all’opera di Domenico I Contarini e successivamente di Domenico Selvo e Vitale Falier. La consacrazione ufficiale avvenne nel 1094, segnata da un evento leggendario: durante la messa di consacrazione, le reliquie del Santo furono misteriosamente ritrovate all’interno di una colonna della basilica, accompagnate da un profumo dolce e avvolgente.
Questo miracoloso ritrovamento, noto come “inventio”, divenne una festa liturgica nel calendario del Patriarcato di Venezia, celebrata il 25 giugno, uno dei tre giorni dell’anno dedicati al Santo. Tuttavia, nel corso dei secoli, la festa di San Marco venne spostata al 25 aprile, giorno del martirio del Santo, e ancora oggi è celebrata con grande solennità.
Le reliquie di San Marco, custodite nella cripta della basilica, furono esaminate nel 1811 e poi esumate nel 1835 per essere trasferite in un luogo più sicuro, lontano dalle minacce di allagamento. Un frammento delle sacre spoglie è conservato anche nella chiesa di San Marco a Cortona, in Toscana, e nella cattedrale di San Marco del Cairo, in Egitto.
Questa antica leggenda continua a permeare l’atmosfera di Venezia, conferendo alla città un’aura di mistero e sacralità. Le reliquie di San Marco sono diventate un simbolo di identità e devozione per i veneziani, testimoniando una storia millenaria di fede e tradizione.
Il Leone Alato di San Marco: Simbolo di Forza e Potenza della Serenissima
Il legame millenario tra Venezia e San Marco si riflette nell’iconografia del Leone Alato, simbolo di forza e potenza, ma anche di cultura e pace, che ha reso celebre la Serenissima in tutto il mondo.
Secondo antiche leggende, il legame tra San Marco e Venezia si manifestò quando il Santo, durante un viaggio verso Alessandria d’Egitto, si rifugiò in una capanna vicino a Rialto durante una tempesta. In un sogno, un angelo rappresentato da un leone alato annunciò a Marco che quel luogo sarebbe diventato la sua dimora finale. Questo sogno è considerato l’origine dell’iconografia del Leone di San Marco, il cui simbolismo si estende alla forza, alla spiritualità e alla giustizia.
L’iconografia del Leone di San Marco, con le sue ali, l’aureola, il libro e talvolta la spada, rappresenta l’essenza stessa di Venezia: potente, saggia, giusta e devota. Le ali simboleggiano l’elevazione spirituale, mentre l’aureola indica la santità e la devozione. Il libro unisce cultura e pace, mentre la spada, quando presente, rappresenta la forza e la giustizia.
Questa iconografia, risalente al XIV secolo, ha sottolineato il prestigio della Repubblica di Venezia nel corso dei secoli. L’immagine del Leone Alato è stata utilizzata nei suoi stendardi e ha sottolineato il dominio veneziano sia sulla terraferma che sul mare, simboleggiato dal posizionamento delle zampe del leone.
Il Leone di San Marco continua a essere un simbolo di orgoglio e identità per Venezia, testimone della sua grandezza passata e presente. La sua immagine persiste nel tempo, ricordando al mondo intero la potenza e la gloria di una delle più grandi città marinare della storia.