Terzo appuntamento del progetto “Conoscere, incontrare: uno scrittore, una città“, ideato e promosso da Crédit Agricole FriulAdria e Fondazione Pordenonelegge.it, con l’obiettivo di avvicinare i giovani lettori a rilevanti figure letterarie del nostro tempo e ai luoghi che questi scrittori hanno vissuto e raccontato nelle loro opere.
Mercoledì 30 novembre si parlerà di Goffredo Parise a Ponte di Piave, alle 20.30 alla Casa di Cultura Goffredo Parise in Via Verdi 1, con il critico letterario Manuela Brunetta, le docenti universitarie Ilaria Crotti ed Enza Del Tedesco, insieme al direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta.
Nel corso della serata sarà proiettato anche il docu-video “Goffredo Parise: una scrittura fatta di luoghi e sentimenti”, realizzato dalle protagoniste dell’incontro. La partecipazione è libera e aperta alla città, ma è consigliata la prenotazione sul sito di pordenonelegge e specificatamente nell’area riservata: https://www.pordenonelegge.it/account/login.
«Goffredo Parise – spiega Ilaria Crotti – mi ha sempre ricordato, anche da un punto di vista critico, un personaggio straordinario della letteratura italiana, che è il Pinocchio di Collodi. Perché, come Pinocchio, Parise è un puer, un puer un po’ ingenuo, intuitivo, metamorfico: un bambino ipercinetico che non sta mai fermo, curioso che ha usa il naso come Pinocchio per orizzontarsi nel caos del mondo per trasformarsi, per diventare altro da sé. Il suo naso, infatti, prospetta una conoscenza di tipo intuitiva, non una conoscenza di tipo sistematica, ordinata, tassonomica. e infatti questo naso è teso anche da Parise come uno strumento per leggere il mondo in modo completamente nuovo, diverso, un modo che permette di avere anche un rapporto fisico diretto col mondo di misurarsi con i suoi odori, odori che possiamo leggere anche in una prospettiva simbolica e allegorica, cioè ad esempio gli odori di lui che viaggia».
«Nell’estate del 1984 – racconta Manuela Brunetta – Goffredo Parise scrive all’amico Alcide Paolini “Sono con molta soddisfazione nella casa nuova, tra due giardini ampia spaziosa. La prima vera casa o home della mia vita, sono contento”. Si riferiva alla casa di Ponte di Piave in via Verdi numero 1, dove si era trasferito nella primavera del 1984. In realtà Parise aveva iniziato ad abitare i luoghi del Veneto della zona di Ponte di Piave già a partire dagli anni Settanta, quando affascinato da una natura selvaggia e in modo particolare di alcuni ambienti, primo fra tutti il greto del Piave, aveva acquistato una casa nella golena del fiume, la casa di Salgareda. E in questa casa aveva iniziato a trascorrere lunghi periodi, immerso in una natura incontaminata, in paesaggi che erano diventati fonte di ispirazione».
In realtà la casa di Ponte di Piave in via Verdi rappresenta, a differenza della casa di Salgareda in cui soggiornava saltuariamente alternandole soggiorni romani e ai viaggi, il luogo dell’abitare continuativo stabile. Infatti vi si trasferisce con tutto l’arredamento, i quadri i suoi libri e le sue carte. Qui continua la sua attività di scrittore che negli anni 80 era legata principalmente ai reportage, articoli che pubblicava sul Corriere per esempio: in questo periodo escono “I ricordi immaginari”,
«Uno dei primi racconti scritti da Parise – spiega – Enza Del Tedesco risale al 1948, un Parise molto giovane perché nasce nel 1929. Si intitola “I movimenti remoti” ed è un dialogo in prosa e versi tra due personaggi di cui uno è un non meglio identificato viaggiatore. Lo stesso Parise fu un viaggiatore incallito, viaggiò moltissimo: era comune all’epoca, negli anni 50 e 60, tra intellettuali che frequentava lo stesso Parise, era comune viaggiare e scrivere di reportage di viaggio. Alcuni sono memorabili, pensiamo a Calvino, a Moravia, a Pasolini e all’amico Comisso».
Da ricordare alcuni fondamentali reportage di viaggio di Goffredo Parise, come “Cara Cina” uscito nel 1966 e che ci dà una lettura della realtà della Cina di Mao che è ormai scomparsa e che è una lettura notevolissima della Cina di quel tempo. Poi “Guerre politiche” in cui vengono raccolti reportage dal Vietnam, Biafra e Laos.
Fare il reporter di guerra non era il suo mestiere, era un intellettuale, uno scrittore. Per cui lui stesso si chiede “perché sono andato di guerra, perché sono andato nel Vietnam rischiando la vita davvero o perché ho seguito i Partigiani nelle foreste del Laos?’”. Questi viaggi, questi reportage che sono legati alla cronaca per cui hanno un temperamento da reportage, ma allo stesso tempo però hanno una dimensione narrativa per cui sono destinati a restare, a non essere solo vincolati a quel momento contingente.
“Conoscere, incontrare: uno scrittore, una città” proseguirà raccontando altri autori e altre città: a Trieste mercoledì 30 novembre si parlerà di Umberto Saba, nel video racconto del critico Roberto Galaverni attraverso l’incontro che coinvolgerà, con Mario Cerne – anima della Libreria Antiquaria fondata da Saba – gli autori Alberto Garlini, Mary B Tolusso, Giuseppe Nava e Christian Sinicco. E a seguire si chiuderà all’Isola degli Armeni con il racconto della Venezia di Antonia Arslan mercoledì 14 dicembre. Le cinque docu-produzioni sono disponibili per tutti, sul canale YouTube di Fondazione Pordenonelegge.
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