Giovedì Stefano Mancuso, il botanico che studia l’intelligenza delle piante, sarà a Pieve di Soligo per parlare di “Città e biodiversità”.
Le grandi sfide europee e mondiali sulla biodiversità richiedono azioni concrete e impegni specifici per proteggere la natura e invertire il degrado degli ecosistemi.
Quali sono le soluzioni messe in atto in Italia nel quadro della strategia europea per l’Orizzonte 2030 riguardo alla riforestazione, alla conservazione degli ambienti naturali e della biodiversità, all’agricoltura biologica e al taglio dei pesticidi? In che direzione dobbiamo muoverci per ripensare il rapporto dell’uomo con l’ambiente naturale e valorizzare la straordinaria varietà di ecosistemi e specie che ci circonda?
Di questo, ma anche di molto altro parlerà giovedì 28 aprile Stefano Mancuso, professore di etologia vegetale all’Università di Firenze e presidente della nuova Fondazione per il futuro delle città, direttore dell’International Laboratory for Plant Neurobiology e della rivista Plant signaling & Behavior.
Una serata attesissima per l’argomento trattato – “Città e biodiversità” – e per la fama ed il prestigio mondiale dell’ospite, che tra l’altro è il fondatore della neurobiologia vegetale, una disciplina che studia la segnalazione e la comunicazione nelle piante a tutti i livelli di organizzazione biologica, dalle singole molecole alle comunità ecologiche.
“In una manciata di anni le città sono diventate il luogo in cui vivono gli uomini. Si tratta di un fenomeno la cui velocità e ampiezza ci sfugge. Nel 1970, ancora il 70% della popolazione mondiale viveva in ambienti rurali. Oggi in Europa, Nord e Sud America così come in grandi aree dell’Asia, una percentuale intorno all’80% della popolazione vive in città – spiega Mancuso – Un’attrazione irresistibile che, si stima, condurrà il 70% dell’intera popolazione mondiale, entro il 2030, a vivere in ambienti urbani. In pratica, in un solo secolo, la proporzione fra abitanti della città e abitanti delle aree rurali si sarà ribaltato. È un fenomeno dirompente che sta modificando i comportamenti della nostra specie. Un mutamento delle nostre condizioni di vita così grande da poter essere paragonato soltanto a quanto avvenuto circa 12 mila anni fa con il passaggio dalla condizione di vita nomade tipica dei cacciatori-raccoglitori a quella stanziale permessa dall’agricoltura. Ovviamente, una modifica così ampia e repentina dell’habitat all’interno del quale si muove la nostra specie, ha comportato numerose conseguenze. È necessario, quindi, immaginare città completamente diverse dal punto di vista della loro costruzione e del loro funzionamento”.
L’appuntamento è per giovedì 28 aprile a partire dalle ore 20.45 presso il Cinema Teatro Careni a Pieve di Soligo. Introdurrà̀ la serata, a ingresso libero fino a esaurimento dei posti e in linea con le disposizioni anti covid, la giornalista Adriana Rasera.
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