In occasione della Giornata della memoria, i Musei Civici di Feltre propongono “L’arte che salva la vita. La memoria di Aldo Carpi”, visita guidata per scoprire le opere di Aldo Carpi e la sua vita da deportato. La proiezione dei disegni sarà accompagnata da letture tratte dal suo libro “Diario di Gusen”.

L’evento si terrà alla Galleria “C. Rizzarda” di Feltre, dalle ore 16:00.

ALDO CARPI – internato numero 53376

Tra i tanti internati dell’Olocausto c’è anche Aldo Carpi (1886 -1973).

Il 23 gennaio 1944 Carpi venne arrestato e portato a Gusen, uno dei campi-satellite di Mauthausen (Austria). Prima lavoratore nelle cave, con l’occupazione di caricare i blocchi di pietre su un treno, poi pittore. L’inclinazione artistica di Carpi fu scoperta da uno dei suoi aguzzini, che gli chiese un ritratto da mandare alla famiglia. Fu proprio il suo talento che gli permise di coltivare la speranza della sopravvivenza, riuscendo così a rientrare in Italia nel 1945.

L’artista documenterà l’internamento con numerosi schizzi e un personale diario.

Aldo Carpi, Passa la zuppa al Revier Gusen I, 1959 (carbone su carta, 50 x 33 cm) 

DIARIO DI GUSEN (1971)

Mi venne la voglia di abbassarmi e di fargli il segno della croce sulla fronte. C’erano altri, eravamo nel lager non ebbi il coraggio e ne ho il rimorso. Doveva essere uno di quei semplici contadini russi, semplici come si vedono nei libri di Tolstoj. Era solo, disteso sul pavimento della stanza vuota, e Cristo moriva con lui. E io mi sentii vile nell’anima davanti a lui.” (Aldo Carpi, Diario di Gusen)

La storia può ripetersi tragicamente. Ma il valore di questo diario va ben oltre quello del semplice documento. Innanzitutto perché fa percepire in presa diretta come si può vivere in un luogo in cui è dato solo morire, e poi perché racconta l’impari lotta di chi s’impegna con tutte le forze a conservarsi «uomo», salvando la propria intelligenza e i propri valori in un microcosmo in cui pure la solidarietà è considerata un crimine. Le parole di Carpi, il suo voler guardare sempre oltre l’orrore, l’abbandono, la paura e la morte rimangono una lezione di umanità e di coraggio insieme con la sua intensa attività di pittore“. Fonte: Catalogo Einaudi

INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI

“L’arte che salva la vita” è un evento gratuito, a prenotazione obbligatoria.

Informazioni e prenotazioni:

3272562682 e museifeltre@aqua-naturaecultura.com

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Di Sofia Facchin

Freelance nell'ambito della comunicazione e content writer, con il pallino della promozione territoriale, collabora con diversi enti, fra cui l'Associazione Musicale "Toti dal Monte" e la formazione musicale "Piccola Orchestra Veneta", di Solighetto (Tv).  Attualmente è  impegnata nello sviluppo del progetto personale "Proprio Dietro Casa", finalizzato alla valorizzazione del Veneto, non solo come meta turistica, ma anche come "luogo dell'anima". Sofia coltiva la passione per i Paleoveneti, dalla cui sapienza antica trae spunti per itinerari e riflessioni sul mondo che la circonda.

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