Il 2022 sarà l’anno dei referendum. Quantomeno, probabilmente.
Depositate ufficialmente in Cassazione le richieste di referendum abrogativi di cui ci eravamo occupati negli scorsi articoli.
L’anno prossimo i cittadini italiani saranno quindi chiamati a votare per la legalità dell’eutanasia, l’abolizione della caccia, la riforma della giustizia e la legalizzazione della cannabis.
Si voterà in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno, purché prima ci sia l’approvazione degli organi competenti. A regolare i referendum è infatti la legge 352/1970, che prevede due passaggi aggiuntivi. Il primo, quello della Corte di Cassazione, che verificherà, entro il 15 dicembre, il raggiungimento del numero di firme e la loro veridicità e dichiarerà la legittimità dei quesiti. Il secondo, quello della Corte Costituzionale, che dovrà infine decidere, entro il 10 febbraio, quali quesiti si potranno ammettere e quali andranno respinti.
Solo a questo punto si potrà andare al voto. In tal caso nel 2022, a meno che non vengano sciolte le Camere e si vada a elezioni politiche: in questo caso invece per i referendum si slitterebbe al 2023.
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