La strada è segnata, non resta che avanzare. Con la Web Conference di lunedì 3 maggio, si è ufficialmente aperto il Festival dell’Innovazione Scolastica, che culminerà il primo sabato di settembre a Valdobbiadene con le sessioni in presenza. Si sono collegati docenti di ogni ordine e grado e dirigenti di tutta Italia, dimostrando un elevato grado di interesse per l’iniziativa, unica nel suo genere.
Novità nella novità, l’idea di istituire la “Giornata nazionale dell’Innovazione Scolastica”. Un obiettivo che è già in itinere: “Siamo soddisfatti – ha dichiarato Alberto Raffaelli, dirigente della Scuola di Ristorazione Dieffe di Valdobbiadene, ideatore dell’evento – della curiosità che la manifestazione sta suscitando da Bolzano a Caltanissetta. Il Festival, che si terrà il 4 e 5 settembre prossimi a Valdobbiadene, in presenza, sarà lo spazio ideale dove incontrarsi, raccontare e condividere progetti virtuosi, esperienze didattiche maturate e sperimentate dal basso e non solo nel periodo emergenziale della pandemia”. È il modo corretto per valorizzare, finalmente, il lavoro di docenti e dirigenti coraggiosi che hanno saputo lasciare la strada battuta, in nome di una didattica al passo con i tempi, maggiormente in sintonia con le esigenze, gli interessi e gli stili cognitivi dei loro studenti.
“Ottima l’iniziativa del Festival. Una iniziativa che mancava”. Così ha esordito Elena Donazzan, assessore alla Istruzione e Formazione del Veneto, che ha apertamente appoggiato l’idea della ‘Giornata nazionale dell’Innovazione’ il primo sabato di settembre: “Credo sia una opportunità straordinaria per l’intera comunità nazionale – ha affermato – poterla celebrare giusto prima della partenza ufficiale dell’anno scolastico, puntando l’attenzione sull’innovazione e dunque sugli aspetti che possono rendere migliore la scuola. Porterò avanti la proposta a livello istituzionale. Mi attiverò inoltre con i miei omologhi regionali. L’assessore del Friuli Venezia Giulia, Alessia Rosolen che è collegata in remoto, è entusiasta”.
La dirigente dell’ISISS Verdi di Valdobbiadene si è soffermata sugli obiettivi del Festival: “Puntare i riflettori sulle esperienze didattiche in atto nella scuola italiana, farle conoscere, innescare circuiti virtuosi di cui tutti possano beneficiare. Questa è la novità e insieme lo scopo della manifestazione.
La seconda novità è la sua collocazione. Un tempo un evento di questa caratura si sarebbe svolto necessariamente in una grande città. La pandemia – ha spiegato Giuliana Barazzuol – ci ha insegnato invece ad apprezzare i luoghi di aggregazione decentrati, come Valdobbiadene, che aggiunge alle sue bellezze paesaggistiche e alla sua reputazione il blasone UNESCO. Siamo stati incoraggiati dalle numerose risposte positive arrivate delle scuole, dalle associazioni e dalle istituzioni nonché da personalità di spicco del mondo dell’istruzione, dell’educazione, della formazione, che formanoComitato scientifico”.
Marco Ferrari, docente e promotore di diversi progetti dedicati alla scuola, tra cui le celeberrime Romanae Disputationes, presidente dell’associazione ApiS, Amore per il sapere, e tra i promotori del Festival, è intervenuto sul significato del termine innovazione: “L’uomo vive nel linguaggio – ha detto – e comprende il mondo dentro il linguaggio che parla. Innovare la scuola significa utilizzare la tecnologia, ma anche e soprattutto cercare la lingua adeguata con cui dialogare con l’allievo, per fornirgli gli strumenti utili per affrontare le sfide attuali in modo umano, secondo la libertàl’intelligenza che connota l’uomo tra i viventi”. Concetto ribadito da Luigi Ballerini, medico, scrittore, esperto di tematiche educative, coordinatore del Comitato scientifico del Festival: “Per realizzare una autentica innovazione nella scuola – ha aggiunto nella sua relazione – è necessario ripartire dai suoi protagonisti, vale a dire dai docenti e dagli studenti e dal loro rapporto di ‘reciprocità dinamica’. In particolare non è possibile prescindere dal considerare l’allievo come soggetto attivo, attore principale della sua stessa formazione, non puro recettore di notizie e informazioni”.
“Le ottime iniziative di innovazione sommerse sono molte. Si tratta di farle emergere e porle come buone pratiche esportabili”. Giuseppe Paschetto – unico insegnante italiano inserito nel 2019 tracinquanta finalisti del Global Teacher Prize e consulente del ministro Azzolina per l’innovazione didattica e la formazione degli insegnanti – non ha dubbi: “La scuola è ancora troppo ancorata al passato. Occorre cambiare marcia. Come? Ad esempio modificando la disposizione dei banchi, eliminando la lezione frontale, introducendo la manualità, stimolando l’intraprendenza, sviluppando spazi informali e l’agorà per le assemblee, cambiando le modalità di valutazione. C’è bisogno insomma di una transizione pedagogica”. Il secondo esempio di innovazione didattica è stato portato dalla dirigente dell’istituto ‘Fermi’ di Policoro, in provincia di Matera, riconosciuto da ‘Indire’ come istituto capofila per la Rete di Avanguardie Educative. Giovanna Tarantino ha presentato svariati progetti e percorsi didattici avanguardistici, ideati, adottati e sperimentati con soddisfazione nella scuola lucana, dal “Globalismo affettivo” ed “Emozioni in gioco” a “Professori per un giorno”, da Flipped Classroom” a “Debate”, da” Service Learning” alle “MicroConferenze”: “Una attività checostata fatica, ma che è stata possibile – ha concluso la dirigente -, grazie a un team affiatato di docenti motivati. L’entusiasmo ed il coinvolgimento degli studenti ci ha ripagato ampiamente. L’aumento delle iscrizioni è stato formidabile e inaspettato”.
Entro il 2 luglio 2021 le scuole potranno inviare le proprie esperienze di innovazione. Il 16 luglio sarà resa nota la selezione delle candidature. Dettegli su modalità e termini di iscrizione www.festivalinnovazionescolastica.it
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