L’Ufficio Turistico di Valdobbiadene ha organizzato una tre giorni di formazione per guide turistiche. Inaugurata martedì 2 marzo (i prossimi appuntamenti il 9 e 16 marzo), la formazione è una full immersion nei territori di Farra di Soligo e di Vidor, in collaborazione con le rispettive amministrazioni comunali.
Un momento formativo, in cui sono coinvolte le guide turistiche e quelle naturalistiche, che ha lo scopo di mettere a confronto gli operatori del settore fornendo loro nuove informazioni e competenze.
Il territorio periferico, lontano dalle grandi città d’arte, seppur ricco di bellezze e di elementi attrattivi per il turista attento e sensibile, è da sempre considerato una sorta di cenerentola; in questo particolare momento storico invece, l’interesse del turista è cambiato e così le sue mete.
Le preferenze sono nette e chiare: l’ameno ha la meglio sull’affollato, il cielo aperto sulle sale museali, le strade sterrate sulle metropolitane.
Il primo incontro, ha portato una quindicina di guide turistiche, accompagnate da Raffaello Spironelli, docente e storico dell’Alta Marca, a passeggio sui colli di Col San Martino, per visitare le chiesette di San Vigilio e San Lorenzo e le antichissime torri di Credazzo: opere dell’uomo che si fondono con l’ambiente circostante, dialogando da secoli con il groviglio ardito delle viti e degli alberi circostanti.
La prossima settimana, le guide saranno accompagnate a scoprire la maestosità di Collagù, i preziosi affreschi della chiesetta di Santa Maria Nova e a inerpicarsi sul colle di San Gallo, per condividerne i segreti e godere di un formidabile panorama.
Martedì 16 marzo infine sarà Maurizia Manto – che ha recentemente pubblicato un volume storico su Vidor – a fare da cicerone e a raccontare il passato del Castello che sorge sull’omonimo colle e ad aprire, eccezionalmente, i battenti dell’abbazia di Santa Bona.
Per il Consorzio di Valdobbiadene che gestisce il locale Ufficio Turistico, è il momento di investire in professionalità offrendo occasioni di formazione, momenti di crescita culturale e strumenti di promozione, sempre opportuni, oggi fondamentali per la corretta promozione di un’area proclamata Patrimonio dell’Umanità nell’estate del 2019, ma di fatto quasi subito chiusa ai flussi causa covid.
Per le associazioni delle guide è anche la giusta occasione per sensibilizzare le amministrazioni locali e convincerle a rendere visitabili luoghi solitamente chiusi al pubblico, in modo da integrare, ed elevare, la qualità dell’offerta turistica.
L’idea è quella di proporre l’iniziativa anche agli altri comuni che fanno riferimento allo IAT. L’obiettivo: creare un calendario esperienziale articolato, maggiormente fruibile, spalmato sulla settimana, e prenotabile on line.
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