A 500 anni dal capolavoro che il Pozzoserrato ha regalato a Conegliano: la facciata affrescata del Duomo ed il ciclo della Sala dei Battuti, un restauratore ed artista coneglianese sceglie la stessa tecnica per valorizzare la vicina Galleria Dalla Zentil.
Ivan Ceschin, restauratore ed artista, ha esposto qui due grandi affreschi di recente rientrati dall’esposizione internazionale di Palazzo Corsini a Firenze, frutto di studi su Michelangelo e Leonardo da Vinci con la tecnica dello strappo. “Avevo sentito dell’intitolazione come Galleria degli Affreschi. Ho creduto utile alla mia città destinare qui questo mio lavoro – spiega Ivan Ceschin – La tecnica dell’affresco è una scelta di vita che mi avvicina ai grandi artisti della storia. Con questa esperienza mi sento onorato di poter concorrere alla valorizzazione del centro storico”.
L’idea nasce dalla proprietà, con negozi sfitti in Galleria Dalla Zentil fatta eccezione per l’edicola e per il negozio di abbigliamento da donna Luli. Stufo di atti di vandalismo e incuria, di vetrine grafittate e di arredi deturpati, si è mosso in prima persona, valorizzando uno dei collegamenti più suggestivi tra la città vecchia e la città nuova. “Questa galleria collega l’ampio parcheggio di piazza Calvi con via Vittorio Emanuele e salendo ancora con via XX Settembre, offrendo al visitatore in poche decine di metri tre volti diversi della città, in un crescendo che trova il respiro più ampio proprio con la facciata del Pozzoserrato – spiega il proprietario Carlo Dalla Zentil – In attesa che le vetrine si riempiano ho pensato alle opere d’arte per togliere questo luogo di passaggio dal degrado e creare un contesto di bellezza e cura. Credo che questa linea dovrebbe essere seguita anche da altri proprietari del centro”.
Le opere d’arte dialogano con la fotografia di paesaggio che ha ispirato e sostenuto la candidatura Unesco delle Colline di Conegliano e Valdobbiadene con la mostra sensoriale itinerante ProseccoShire, ora in parte esposta in galleria Dalla Zentil.
“Il fotografo paesaggista Francesco Galifi ed il restauratore artista Ivan Ceschin sono due straordinari interpreti della creatività e della determinazione tipiche delle nostre genti – spiega Marco Ceotto, curatore della mostra sensoriale – alla pari di quei viticoltori che con il loro lavoro hanno disegnato le nostre colline, trasformandole in un paesaggio culturale degno di gloria mondiale con il tanto agognato riconoscimento Unesco”.
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