Aumentano le donazioni di sangue e i giovani che si avvicinano attivamente alla solidarietà. L’attività dell’Avis Provinciale di Treviso centra l’obiettivo 2019 con un incremento delle donazioni pari all’1,07% e investe sulla promozione del dono tra le nuove generazioni e sulla ricerca scientifica quali punti strategici di un volontariato capace di tenere il passo per rispondere alle sfide del presente.
«Grazie all’impegno dei nostri 33.873 soci stiamo dimostrando di saper andare al di là dell’emergenza Covid con gesti concreti e mirati al sostegno dell’attività ospedaliera. In questi mesi che hanno messo in discussione le nostre certezze, la risposta dei tanti donatori è ed è stata encomiabile, garantendo l’autosufficienza del Dipartimento interaziendale di medicina trasfusionale e l’impegno datoci dal Coordinamento regionale per le attività trasfusionali verso le altre province».
Così Vanda Pradal, presidente dell’Avis Provinciale di Treviso ha salutato gli oltre 400 soci, in rappresentanza della 89 Avis Comunali della provincia, che hanno preso parte ieri pomeriggio, sabato 25 luglio, alla 63esima assemblea dell’Avis Provinciale di Treviso, ospitata al Palaverde di Lancenigo di Villorba.
L’evento, inizialmente programmato a marzo e rinviato a causa dell’emergenza Covid, ha avuto luogo nel rispetto della normativa vigente.
Il 2019 ha registrato in provincia di Treviso una raccolta complessiva di 48.592 sacche di sangue con un incremento dell’1,07 % rispetto all’anno precedente (pari a + 514 sacche, rispetto alle 48.078 del 2018). Nel dettaglio: 38.981 unità di sangue intero, 7.656 di plasmaferesi (dato con un incremento rispetto all’anno precedente del 1,93%), e 955 di piastrine.
Positivo anche il dato relativo alla raccolta associativa che è stata di 13.593 unità con un incremento rispetto al 2018 dell’1,96%.
«In un contesto sempre più sfidante sotto il profilo del fabbisogno di sangue per garantire le strutture sanitarie del territorio, il ricambio generazionale costituisce un apporto fondamentale per la prosperità di Avis – sottolinea la presidente Pradal – rinnoviamo pertanto il nostro appello alle giovani leve, dai 18 anni in su, invitandole a farsi avanti e a partecipare alla rete solidale avisina, con un segnale di maturità e umanità verso il prossimo».
L’Avis non si ferma neppure sul fronte della ricerca: lo scorso giugno è stato presentato il progetto di ricerca che ha riunito Università di Padova, ULSS2 Marca Trevigiana, Fondazione Tes e Avis Provinciale Treviso, nell’acquisto del macchinario Raphsody assegnato all’ospedale di Treviso.
L’Avis provinciale ha sostenuto l’acquisto dei reagenti che consentiranno a questa moderna tecnologia di indagare il rapporto tra Covid-19 e sistema immunitario dei pazienti.
«Costruire una comunità fatta di cittadini attenti al dono, significa investire in salute, educazione e rispetto nei confronti del prossimo, valori preziosi e imprescindibili – prosegue Pradal – per riuscirci auspichiamo che ci siano sempre vicinanza e attenzione da parte dell’apparato politico, chiamato a rispondere alle istanze dei cittadini e quindi anche a impegnarsi per mantenere l’efficienza dei centri trasfusionali, garantendo servizi e orari adeguati per andare incontro alle richieste dei donatori. Siamo volontari per scelta, ma la considerazione di chi ci amministra è per noi indispensabile».
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