Dal 24 luglio 2020 sarà possibile visitare il sito delle ex Prigioni di Palazzo Pretorio.

Negli ambienti del piano interrato e seminterrato è possibile ancora vedere tracce del passato, mantenuto fino al 1965: le basse e massicce porte borchiate con finestrella e doppi catenacci, scritte, numerazione delle celle e graffiti sui muri. 

Sembra che l’edificio assegnato come residenza dei rettori veneziani coincidesse con l’antico palacium communis.

Dopo la distruzione del 3 luglio 1510 da parte delle truppe di Massimiliano d’Asburgo il governo si mosse per la ricostruzione della struttura, avviata, secondo lo storico Antonio Cambruzzi, già sotto Antonio Foscarini nelo 1515.

Nel 1517 il palazzo doveva però essere ancora in rovina se il rettore Agostino Moro ne mise a disposizione il sedime per la costruzione della nuova cattedrale in corpore civitatis, mai realizzata. L’opera di ricostruzione, durante il mandato di Michele Cappello nel 1524, fu ultimata in quello di Girolamo da Lezze e il primo rettore che tornò ad abitarvi, nel 1533 dalla provvisoria sede nel castello fu Marco Loredan, come si apprende dalla relazione i quest’ultimo.

Nei domini di terraferma l’amministrazione della giustizia civile e penale era tra le mansioni dei rettori veneziani, coadiuvati da un numero variabile di assessori, ovvero giuristi laureati in utroque iure, civile e canonico, uno solo nel caso di Feltre, e da membri dei consigli cittadini (non sempre collaborativi).

Risultava dunque funzionale la vicinanza agli alloggi del rettore di un certo numero di celle per i detenuti in attesa di giudizio. 

Nelle prigioni di Palazzo Pretorio venne rinchiuso Lorenzo Mozzi, “famigerato delinquente, assassino plurimo, ladro abituale di bestie” che, giunto gravemente ferito dopo essere stato interrogato nella “prigion forte”, fu trasferito in quella “chiara”, spirando la sera del 15 aprile 1641.

Nelle carceri si distinguevano infatti due tipi di locali, “prigion forte” e “prigion chiara”, corrispondenti probabilmente a due tipi di regimi carcerari. 

A diretto servizio della corte pretoria erano le Cancellerie criminale e civile che, nella riunione del Maggior Consiglio presieduta dal rettore Andrea Tiepolo, l’11 luglio 1543, “s’intese dislocare nel ricostruendo vicino Palazzo della Ragione“.

Alla Cancelleria criminale giunse a Feltre, nel 1729, il giovane Carlo Goldoni che, oltre ad esercitare la professione legale, a Feltre stilò i primi componimenti teatrali. 

Il percorso delle prigioni, illuminato in notturna negli ambienti costituiti da corridoi sotterranei e anguste celle occupate da antichi registri manoscritti o allestite in modo da rievocare l’originaria funzione, è arricchito da proiezioni con animazioni a tema. 

Nell’ambito del circuito culturale ToTeM 2020, sarà possibile visitare questi luoghi ricchi di storia, in orario serale e a piccoli gruppi.

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Di Sergio Capretta

Presidente e direttore responsabile di Valdo Tv, Organizzazione Giornalistica Europea Giornalista indipendente. European Journalist GNS Association - International News Agency Esperto nel settore dei media online e videomaking. Esperto in editing non lineare, social media, video, Web e programmazione.

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