Un calice di vino deve soprattutto saper soddisfare il palato. E tuttavia non basta. Oggi più che mai deve anche essere capace di esprimere appieno il suo carattere e di raccontare in modo efficace il suo territorio: per fare questo, e per riuscire a competere sul mercato, knowhow e storytelling sono fondamentali.
Ne è consapevole la Confraternita di Valdobbiadene, che tra i suoi scopi fondativi ha proprio “il mantenimento e l’esaltazione delle migliori tradizioni della cultura di queste terre e la diffusione dell’educazione enologica del consumatore finale”.
Questo il motivo che spinge la Confraternita a promuovere, a ogni inizio d’estate, la ricerca del carattere d’annata.
Un appuntamento molto atteso: un’indagine che permette di verificare i caratteri organolettici e chimico-fisici della produzione annuale, e soprattutto il grado di affinità esistente tra produttore e consumatore. Si tratta insomma di un momento di verifica concentrica per appurare se il giudizio dei tecnici collima con il gusto del fruitore.
La degustazione, alla quale sono invitati, oltre ai confratelli enologi, gli estimatori del Conegliano Valdobbiadene Docg (dai ristoratori ai sommelier, passando per i semplici appassionati), si terrà lunedì 6 e martedì 7 luglio prossimi, a partire dalle ore 18, a San Pietro di Barbozza.
La ricerca del carattere d’annata impegnerà più di una trentina di enologi ed altrettanti consumatori in due distinte sessioni e riguarderà una trentina vini di altrettante cantine della Denominazione; i dieci prodotti cui sarà riconosciuta maggior piacevolezza saranno successivamente sottoposti ad una serie di approfondite analisi: “E’ importante – afferma il Gran Maestro Enrico Bortolomiol – constatare se vi è corrispondenza fra il lavoro dell’enologo e la percezione del prodotto e quale relazione intercorre tra le caratteristiche del vino e la scelta del consumatore”.
La due giorni ha il merito di puntare i riflettori sulla produzione del Conegliano Valdobbiadene Docg, scattandone un’istantanea inedita: “Andremo infatti a costituire – prosegue Bortolomiol – una preziosa banca dati, grazie alla quale sarà possibile confrontare i vini delle diverse annate, analizzando trasversalmente gli indicatori aromatici, l’andamento meteo-climatico e, non ultimo, i residui dei trattamenti, nell’ottica del rispetto e della difesa dell’ambiente”.
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