“È attraverso i Comuni che passa la gestione e la distribuzione di beni, previste dall’ordinanza del Capo della Protezione Civile, riguardante le misure urgenti di solidarietà alimentare. Raccomandiamo ai cittadini interessati di rivolgersi, quindi, al Comune di appartenenza ed in particolare agli uffici dei servizi sociali. La Protezione civile, sia regionale che locale, non ha alcun coinvolgimento diretto e il susseguirsi di richieste ad essa indirizzate, anche solo per informazioni, rischiano di interferire e sovraccaricare il lavoro già importante che sta conducendo nelle attività legate all’emergenza Coronavirus”.
Con queste parole il Vicepresidente della Giunta regionale del Veneto, Gianluca Forcolin, assessore agli Enti Locali, si rivolge agli interessati che, numerosi, da questa mattina si rivolgono alla Protezione civile per dettagli e informazioni sulle erogazioni conseguenti all’ordinanza del 20 marzo scorso.
“I Comuni – prosegue il Vicepresidente – provvederanno alla gestione dell’approvvigionamento dei beni e alla loro distribuzione. Sono, quindi, il riferimento esatto per ogni informazione utile da parte dei cittadini. L’ordinanza, infatti, nell’attribuire le risorse da destinare a misure urgenti di solidarietà alimentare, le ripartisce tra i Comuni di ogni Regione in base al criterio della popolazione residente e a quello del reddito pro capite di ciascun Comune”.
Il documento stabilisce che i Comuni, sulla base della somma destinata e di eventuali donazioni ricevute, in deroga alle procedure previste dal Codice degli Appalti (D.lgs. 50/2016), possono procedere a:
- acquisire buoni spesa, utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali il cui elenco ogni Comune pubblicherà nel proprio sito istituzionale;
- acquistare direttamente generi alimentari o prodotti di prima necessità.
“Il coinvolgimento degli enti locali – conclude Forcolin – è determinante e fondamentale per la conoscenza e il contatto diretto con la realtà locale. Per l’acquisto e la distribuzione di tali beni, infatti, i Comuni possono avvalersi degli enti del Terzo settore. Non ultimo, i soggetti beneficiari ed il relativo contributo spettante ai nuclei familiari, sono individuati dagli uffici sociali di ciascun Comune, tra i nuclei più esposti agli effetti dell’emergenza epidemiologica e tra quelli in stato di bisogno, con priorità tra quelli già non assegnatari di sostegno pubblico”
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