Un servizio di trasporto e accompagnamento gratuito che vale più di 3 milioni di euro. È questo il valore più grande del servizio regionale “Stacco” di trasporto e accompagnamento solidale, gestito da 5 Csv del Veneto (Belluno, Verona, Vicenza, Venezia e Treviso) e da poco rifinanziato con 500 mila euro dalla Regione Veneto. L’analisi dell’impatto economico e sociale è stata condotta da Federico Perali e Michele Bertani dell’università degli studi di Verona (per lo spin off Economic Living Lab). I risultati parziali della ricerca commissionata dal Csv di Verona (manca l’esito delle interviste fatte agli stakeholders quali sindaci, assessori, funzionari ULSS) sono stati presentati al convegno “Il valore aggiunto del progetto Stacco sul territorio regionale” che si è svolto sabato 10 novembre a Venezia alla presenza di direttori e presidenti dei 5 Centri di Servizio per il volontariato che aderiscono al coordinamento della rete, assieme ai rappresentati di molte delle associazioni che ogni giorno forniscono questo servizio preziosissimo per la comunità.
LA RICERCA SULLO STACCO
I dati parlano chiaro: sono stati oltre 10 mila utenti trasportati con 206 mezzi per più di 2 milioni di chilometri nei territori delle 5 province coinvolte. Per effettuare la ricerca sono stati somministrati questionari agli utenti che hanno usufruito del servizio tra il 2 e il 17 luglio del nelle province di Belluno, Treviso e Verona (dal 3 al 21 aprile di Venezia). Hanno risposto in 475.
Secondo l’analisi di Perali, il costo diretto annuo del servizio ammonterebbe a 1 milione 126 mila euro comprensivi di manutenzioni dei mezzi, assicurazioni, costo carburante e ammortamento flotta, escluso quindi l’apporto dei volontari che non percepiscono una paga per offrire questi trasporti, se non un rimborso spese, se dovute. Aggiungendo una valutazione di massima del costo degli autisti si lievita a 3 milioni, in aumento se si aggiungono i costi del personale di back office (telefonisti e staff di coordinamento). Il costo stimato per chilometro è di 1,43 euro, quello percepito di 1,46: «Significa che gli utenti hanno l’esatta percezione del valore del servizio offerto», afferma il ricercatore. Non tutti però avrebbero la possibilità di pagare
per questo servizio gratuito: si stima che il 30 per cento non
avrebbe potuto pagare.
L’utente tipo disegnato da Bertani è italiano (97,5 per cento), donna (61,7), di età media avanzata (circa 75 anni). Poco meno della metà vive da solo (41,9 per cento), ha un titolo di studio basso (il 70,8 per cento ha licenza elementare o media), l’84,2 per cento è pensionato. Il livello di soddisfazione dell’utenza rispetto allo Stacco è molto alto: si parla del 92,6 per cento delle risposte positive. Anche la soddisfazione verso gli operatori lo è: il 93,1 per cento. L’impatto del servizio è altissimo: le persone si sentono più tranquille, accudite e serene (la percezione dello proprio stato di salute è peraltro molto negativa: il 37,1 per cento lo considera pessimo, il 49,3 lo considera discreto).
GIORGIO ZAMPIERI – EX PRESIDENTE DEL COMITATO D’INTESA
«Oltre all’interessante ricerca dell’università di Verona, il valore aggiunto del servizio Stacco emerge nell’aspetto “accompagnamento”, che è l’atteggiamento dei volontari nei confronti degli utenti a cui riservano un rapporto amicale e professionale grazie alla formazione. L’attenzione a quest’aspetto, unito alla corretta movimentazione delle persone, concorre al miglioramento della mobilità e conseguentemente consente una migliore qualità della vita favorendo l’ integrazione.
Le azioni e gli obiettivi futuri e che abbiamo come Belluno, citato che hanno assunto caratteristiche di servizio strategico, nascono dalla constatazione che è necessario oramai pensare al trasporto solidale non più come a un progetto portato avanti da organizzazioni di volontariato in collaborazione, rinnovata di anno in anno, ma a un servizio che sistematicamente fornisca risposte ai bisogni di mobilità e di domiciliarità delle persone, soprattutto quelle anziane, ritardando il più possibile quindi la loro istituzionalizzazione e il processo di spopolamento della montagna; risposte che devono essere programmate a medio e lungo termine e non si basino più esclusivamente, come ora, sul ruolo determinante del volontariato e sulla compartecipazione delle istituzioni locali solo a supporto, bensì venga inserito in un contesto di sostenibilità».
In provincia di Belluno sono 23 le associazioni che fanno parte della rete del trasporto solidale Stacco. I volontari sono oltre 300, i mezzi usati 64 (ora 63), gli interventi oltre 10 mila, gli utenti trasportati più di 2 mila.